Fiscopoli bis, sentenze ribaltate: in appello assolti due ex giudici

Condannato il commercialista Eusebi, pena più grave per Venturati

IL MOMENTO  Ecco la foto simbolo dell’inchiesta su Fiscopoli a Pesaro. Era il 22 luglio 2010. Il segretario della 4° sezione intasca 10mila euro. Un commercialista fa finta di stare al gioco e avverte i carabinieri

IL MOMENTO Ecco la foto simbolo dell’inchiesta su Fiscopoli a Pesaro. Era il 22 luglio 2010. Il segretario della 4° sezione intasca 10mila euro. Un commercialista fa finta di stare al gioco e avverte i carabinieri

Fano, 20 luglio 2016 - Colpo di scena ieri al processo d’appello per ‘fiscopoli bis’. Assolti dall’accusa di abuso d’ufficio perché il fatto non sussiste gli ex giudici non togati della commissione tributaria Sergio Pretelli e Giancarlo Polidori di Urbino. Il loro difensore, avvocato Paolo di Loreto, è riuscito a dimostrare che delegare per la mera stesura della sentenza un collaboratore dopo che la commissione ne ha discusso, non è abuso d’ufficio né altro reato. In primo grado, erano stati condannati ad un anno e mezzo di reclusione. Ribaltato invece il verdetto di primo grado per il commercialista fanese Stefano Eusebi. Assolto a Pesaro, ieri i giudici di secondo grado lo hanno ritenuto responsabile di concorso in corruzione condannandolo a tre anni di reclusione. Brutte nuove anche per uno degli imputati principali, l’ex giudice Bruno Venturati.

In primo grado era stato condannato a sette anni di reclusione, ma ieri in appello la pena è salita a 8 anni di reclusione per corruzione con interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. Il commercialista Antonio Magnotta, condannato sempre per corruzione in primo grado a tre anni di reclusione, ieri ha ottenuto una riduzione a 2 anni di reclusione, con sospensione della pena e non menzione. Confermata l’assoluzione per Antonio Venturini (avvocato Giovanni Orciani) così come deciso in primo grado. Per tutti gli imputati, si prospetta la causa per il risarcimento danni in favore dello Stato da decidere in separata sede ricordando che l’avvocatura dello Stato ha chiesto una cifra record di 54 milioni di euro di risarcimento danni.

La vicenda, esplosa nel luglio del 2010, con l’arresto in flagranza del segretario della quarta sezione della commissione tributaria provinciale mentre intascava una bustarella di 10 mila euro da un commercialista che nel frattempo aveva allertato i carabinieri, ha portato alla scoperta di una compravendita di sentenze dietro pagamento dei giudici. Tra questi, spiccava Bruno Venturati il quale ha negato alcuni addebiti ma ne ha ammessi altri cinque di cui la procura in quel momento non sapeva nulla. Spiegava che prendeva a cuore i casi di amici che poi volevano ricompensarlo per la fatica. Lo stesso Bruno Venturati (difeso dall’avvocatessa Paola Righetti) è già stato o condannato a 8 anni e tre mesi nell’aprile del 2013 per l’altra tranche dell’inchiesta. Per rappresentare l’accusa, erano presenti ieri in aula ad Ancona i pm Maria Letizia Fucci e Monica Garulli, che condussero a suo temo le indagini.