Il giallo dell’incendio nella discoteca ‘La Folie’: il dolo è più di un’ipotesi

Marotta: gli investigatori non si sbilanciano, ma molti elementi lasciano supporre che dietro il rogo ci sia la mano di qualcuno FOTO In fiamme

Marotta, le fiamme che divorano la struttura della discoteca ‘La Folie’ proprio in corrispondenza dell’ingresso

Marotta, le fiamme che divorano la struttura della discoteca ‘La Folie’ proprio in corrispondenza dell’ingresso

Marotta (Pesaro e Urbino), 23 maggio 2015 - Appare piuttosto probabile, se non addirittura chiara, l’origine dolosa del rogo che nel tardo pomeriggio di giovedì ha divorato la discoteca ‘La Folie’ (foto), il locale storico di Marotta che fino ad un anno fa si chiamava ‘Miù J’Adore’ e prima ancora ‘Miù Miù’, ‘Jicky’ e ‘Jabi’: 39 anni di storia, dal 1976 ad oggi, spazzati via dalle fiamme.

I carabinieri e i vigili del fuoco, che ieri mattina hanno effettuato un ulteriore approfondito accertamento sul luogo dell’incendio (disturbato dal maltempo), non si sbilanciano e continuano a dire di non escludere alcuna ipotesi e di seguire varie piste, aggiungendo che le indagini sono in itinere, ma molti elementi lasciano supporre che dietro all’incendio ci sia la mano intenzionale dell’uomo.

Primo fra tutti, il doppio focolaio. Dapprima le fiamme si sono sprigionate sul lato dell’ingresso e poi, quando i pompieri erano già in azione da diversi minuti, c’è stata un’improvvisa, enorme, fiammata sul retro, che ha dato origine ad un secondo fronte del fuoco, che se non fosse stato contrastato tempestivamente avrebbe potuto avvolgere una cabina elettrica posta subito fuori dalla recinzione della discoteca.

Sembra anche, ma la notizia non ha trovato nessuna conferma ufficiale, che sul pavimento dell’area in cui è divampato il secondo incendio fosse visibile una grossa macchia scura, come se qualcuno vi avesse versato del liquido infiammabile.

La cosa certa è che l’operaio della società che gestiva la discoteca (la World Srl semplificata, con sede a Senigallia, i cui due soci sono albanesi, mentre l’amministratore è italiano) che al momento in cui è scoppiato l’incendio si trovava all’interno del locale per effettuare dei lavori di sostituzione di alcune serrature, ha riferito agli inquirenti di non aver ravvisato nessuna presenza sospetta.

E’ altrettanto certo che la struttura rimane sotto sequestro e che i vigili del fuoco, per redigere la loro relazione, hanno acquisito anche le immagini girate sul luogo del diastro, durante l’emergenza, da FanoTV. I carabinieri, intanto, hanno già sentito sia uno dei gestori della discoteca, sia la sua fondatrice (e ancora oggi proprietaria dello stabile): l’imprenditrice senigalliese Jacqueline Donna, parsa molto affranta per l’accaduto.