Inquinamento ambientale, sequestro al porto

Controlli di carabinieri e ispettorato del lavoro in tutte le aziende. Sigilli allo scalo d'alaggio, si ipotizzano gravi reati e responsabilità penali.

Area sottoposta a sequestro penale

Area sottoposta a sequestro penale

Fano (Pesaro e Urbino) 28 maggio 2016 - Divieto d'accesso allo scalo d'alaggio. E rimessaggio barche bloccato. Controlli e sequestri l'altra mattina al porto di Fano dove sono arrivati ispettorato del lavoro e Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Ancona. E ieri l'Arpam ha fatto il resto, effettuando i campionamenti dell'acqua per verificare le ipotesi di reato. Si contesta l'inquinamento ambientale. "Sono stati svolti - si legge in una nota del comando provinciale dei Carabinieri di Pesaro e Urbino - una serie di controlli amministrativi e di attività di Polizia Giudiziaria nei confronti di alcune aziende che hanno portato alla scoperta di gravi violazioni in materia ambientale e tutela del lavoro".

"Nello specifico - prosegue la nota - è risultato che talune delle ditte controllate non rispettano le normative in materia di gestione di rifiuti speciali pericolosi costituiti da materiale risultante dall’attività di manutenzione, riparazione e rimessaggio di yacht e navi da pesca. Nel corso delle operazioni sono state sequestrate aree di cantieri pari a 3.500 mq. prospicenti la zona demaniale, risultate inquinate dal materiale predetto nonchè attrezzature varie e rifiuti pericolosi e non per circa 10 ton. Il personale dell’Ispettorato del Lavoro ha identificato un dipendente non in regola in una delle ditte, mentre sono soggetti ad ulteriori accertamenti le posizioni lavorative di parte del personale trovato sui luoghi di lavoro".

"Hanno fatto un'ispezione generale in vari luoghi del porto – spiega Giovanna Rivetti per Marina Lift – e da noi, nonostante lo scalo sia molto più pulito rispetto al passato, hanno trovato dei fanghi, che ritengono rifiuti inquinanti". Da dove vengono questi fanghi? Per il Noe sono prodotti dal cantiere, per Marina Lift invece sono quelli del mare. "Arrivano da tutte le parti: sui binari, sulle griglie – denuncia la Rivetti -. E' questo il vero problema. E lo diciamo al Comune da anni. Siamo invasi dai fanghi. Ma nulla, non lo fanno un dragaggio fatto ben bene. Qui ci sono cumuli di materiale, è vero. Oggi sembra un nostro rifiuto ma non lo produciamo noi. Io contesto la modalità dell'operazione... ad ogni modo ora aspettiamo i risultati delle analisi dell'Arpam perché solo a seconda del risultato si capirà che tipo di rifiuto è. Spero che facciano in fretta perché hanno paralizzato tutta l'attività, impedendo l'accesso all'area".