Migranti e poveri italiani, applausi al vescovo di Fano

Le reazioni del mondo dell'accoglienza

Un barcone di migranti

Un barcone di migranti

Fano (Pesaro e Urbino) 29 aprile 2016 - "Bisogna lavorare insieme per i poveri, vicini e lontani" dice don Vincenzo Solazzi, responsabile diocesano del Progetto Migrantes che più di chiunque altro conosce l'impegno del vescovo nell'accoglienza dei profughi nella Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola. Hanno infatti aperto un bel dibattito in città le parole di monsignor Trasarti che senza paura ha richiamato l'attenzione sul fatto che "i poveri italiani non fanno notizia perché non arrivano con il barcone".

"Ha usato un'immagine forte per dire una sacrosanta verità – lo sostiene Laura Cecconi, presidente Opera Padre Pio -. L'immagine del barcone giustamente ci provoca un sussulto di indignazione. Ma ci sono anche i poveri italiani, che fanno meno clamore perché non li vedi: si nascondono, si vergognano. L'anno scorso al Centro di Accoglienza notturno abbiamo avuto il 40% di ingressi in più rispetto al 2014: 345 senza fissa dimora, 175 erano italiani". La metà. "Le parole di Trasarti ci aprono il cuore – aggiunge Simona Ricci segretario provinciale Cgil –. L'anno scorso i disoccupati nella nostra provincia sono aumentati del 20,5%, un dato in controtendenza rispetto a quelli nazionali e regionali. Vuol dire 3100 senza lavoro in più in un solo anno. Siamo a 18.600, la peggior provincia del Centro Nord. Anche noi abbiamo fatto un appello al Comune di Fano per aumentare il 'Fondo Anticrisi' ".

"I poveri italiani non fanno notizia ma la situazione è ben più pesante di quella dei profughi – conferma Angiolo Farneti direttore della Caritas -. I numeri vengono spesso strumentalizzati per creare un allarmismo ingiustificato. A fronte di 138 migranti seguiti dallo Stato fino al riconoscimento dello status di rifugiato (che poi vengono abbandonati a loro stessi) sono 2300 le famiglie che seguiamo a livello diocesano, 7000 italiani a cui ogni settimana paghiamo bollette per 3mila euro. I Servizi Sociali non hanno più i soldi per far fronte a questa emergenza e li mandano tutti in Caritas". "Cerchiamo di far fronte il più possibile al disagio economico, abitativo e lavorativo – dice l'assessore ai Servizi Sociali di Fano Marina Bargnesi – e abbiamo aumenteremo il Fondo Anticrisi. Credo che il vescovo abbia voluto dare una scossa ulteriore al Governo, al mondo dell'economia e delle banche, a chi ha un ruolo importante nella programmazione del futuro. C'è un'attenzione alta, da parte dei media e del parlamento europeo, sul tema dei migranti che è importante sì... ma forse ruba un po' troppo la scena alla povertà locale che è in crescita". "Su alcune cose ha ragione su altre è stato un po' avventato – conclude Pino Longobardi di 'Pesaro Povera' -. I poveri non hanno nazionalità, ha ragione. Ma non è vero che ci sia un'attenzione maggiore per gli stranieri. I tirocini lavorativi, ad esempio, vengono assegnati agli italiani". Questo è un altro tema. "No, perché basta che un membro della famiglia perda il lavoro per cadere nel baratro – conclude Longobardi -. E poi non è certo nel Pesarese che ci si arricchisce cui profughi. Semmai si creano nuove professionalità e posti di lavoro (operatori sociali, mediatori culturali e linguistici). Con i migranti nella nostra provincia sono stati assunti 100 giovani".