Bombe in chiesa. Seccia: "Presto risposte esaustive"

«Mitomane o anticlericale? A breve sapremo»

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Fermo, 26 gennaio 2016 - «A breve daremo risposte esaustive»: è la novità annunciata da Domenico Seccia sul caso dei quattro attentati contro la chiesa fermana. Il capo della Procura ha parlato dell’inchiesta a margine dell’incontro sulla legalità che il Lions Club Amandola Sibillini ha tenuto ieri mattina all’Istituto superiore ‘Medi’ di Montegiorgio, al quale è intervenuto anche uno delle ‘vittime’ delle bombe, don Vinicio Albanesi. Anche quest’ultimo è apparso fiducioso sulla risoluzione del caso: «Questo è un braccio di ferro, ma credo di sapere già come andrà a finire».

«Chi mi conosce – ha aggiunto Seccia – sa che non amo parlare di casi con indagini ancora in corso. E’ chiaro che questa è una situazione intricata, particolare, credo che sarà necessario individuare la matrice e la derivazione di queste vicende e non sarà semplice. Si può pensare ad un mitomane, ad un anticlericale, stiamo mettendo in campo le risorse migliori per seguire le indagini e credo che a breve sapremo dare delle risposte esaustive».

Con il solito temperamento che lo contraddistingue, don Vinicio Albanesi ha così commentato questi quattro attentati: «La presenza di un ordigno di fronte alla chiesa non può impaurirmi, non sono fatti miei, ma affari suoi o loro, a seconda di quanti sono stati a mettere le bombe. Al momento non ci sono fatti certi, ma come tutti ci siamo fatti delle idee: qualcuno che ci ha chiesto aiuto a cui non siamo stati in grado di rispondere e magari vuole vendicarsi. Oppure l’atto di qualcuno a cui ha dato fastidio la nostra azione, considerando anche la particolare zona in cui si sono verificati questi fatti. Ho sentito alcune voci di parrocchiani che dicono che andrò via da San Marco, sto lì da 30 anni e dove volete che vada?».

Solo un attimo di pausa, poi il presidente della Comunità di Capodarco ha concluso il suo ragionamento sugli attentati: «Questo è un braccio di ferro, ma prima o poi si arriva di fronte ad un muro e qualcuno dovrà cedere. Immagino di sapere come andrà a finire, quando l’autore o gli autori di questi fatti saranno in carcere, in una stanza piccola e privati delle loro libertà, dopo si pentiranno e magari verranno a chiedere aiuto ai preti e forse anche a don Vinicio».