Fermo, banda dei calzaturifici: 18 anni di carcere

Le pene richieste dalla procura nel processo con rito abbreviato

E’ uno dei processi più importanti per furti di calzature

E’ uno dei processi più importanti per furti di calzature

Fermo, 25 giugno 2017 - Il blitz dei carabinieri era scattato all’alba del 2 maggio 2016, si trattava dell’epilogo di una lunga e complessa indagine che aveva permesso di smascherare un’organizzazione su scala nazionale dedita alla ricettazione di calzature di pregio. L’operazione, coordinata dall’allora sostituto procuratore di Fermo, Mirko Monti, aveva fatto finire in manette cinque persone del Salentino, colpite da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Lecce.

Per gli imputati, processati con rito abbreviato, la Procura ha presentato il conto chiedendo complessivamente 18 anni di carcere. Le accuse sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione di calzature firmate, oggetto di ingenti furti perpetrati in aziende situate nella provincia di Fermo ed una in provincia di Padova.

Le misure cautelari erano state eseguite dai militari del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Ascoli Piceno, in collaborazione con i colleghi di Lecce.

Numerose e mirate perquisizioni erano state effettuate nel Salentino e nel Casertano, dove erano state distribuite le scarpe rubate. I carabinieri avevano però posto il focus su sei gravi episodi che avevano creato forte disagio sia nel tessuto sociale che economico del distretto calzaturiero fermano: i furti, perpetrati tra marzo e maggio 2015, ai danni dei calzaturifici Errebi di Sant’Elpidio a Mare, Gi.Ma Fashion Group di Montegranaro, «Brake» di Sant’Elpidio a Mare, Rodolfo Zengarini di Montegranaro ed Elisabet di Monte Urano.

Attraverso un’attenta attività di analisi gli inquirenti erano riusciti a ricollegare i furti tra loro. In particolare, era stato individuata e circoscritta una consorteria malavitosa localizzata a Cutrofiano (Lecce), che avuta la disponibilità delle calzature oggetto dei furti, aveva provveduto a ricettarla attraverso una serie collaudata di canali commerciali Gli uomini del Nucleo investigativo avevano così effettuato una serie di mirate perquisizioni, delegate dal sostituto procuratore Monti, durante le quali erano state rinvenute 1500 paia di calzature risultate rubate nel Fermano e nel Padovano, per un valore complessivo di 500mila euro. Un ulteriore svolta delle indagini c’era stata ad ottobre, quando, nel corso di una perquisizione effettuata presso un deposito a Cutrofiano, erano state rinvenute altre 400 paia di calzature di pregio.