Nigeriano morto a Fermo, Mancini resta in carcere

Respinta la richiesta dei domiciliari. La difesa: "Senza parole, abbiamo dimostrato che si è trattato di legittima difesa". Nuove testimonianze in Procura

Nigeriano morto a Fermo, nella foto l'indagato Amedeo Mancini (foto Zeppilli)

Nigeriano morto a Fermo, nella foto l'indagato Amedeo Mancini (foto Zeppilli)

Fermo, 30 agosto 2016 - Amedeo Mancini, il 39enne fermano che colpì con un pugno il profugo nigeriano Emmanuel Chidi Namdi durante una rissa, e morto dopo 24 ore di sala di rianimazione, resta ancora in carcere.

I giudici hanno respinto in Appello la richiesta dei domiciliari presentata dai legali di Mancini, gli avvocati Francesco De Minicis e Savino Piattoni, nonostante siano state presentate nuove testimonianze raccolte dalla Procura della Repubblica, che, secondo la difesa, scagionerebbero definitivamente l’indagato dimostrando la legittima difesa.

“Siamo senza parole - ha commentato seccamente l’avvocato De Minicis all’uscita dall’aula – abbiamo dimostrato che si è trattato di legittima difesa, ma non è bastato per scarcerare Mancini”.