Prostituzione, Black beast, si constituisce il nono uomo

La pericolosa organizzazione dedita allo sfruttamento è stata sgominata dalla Finanza nel novembre scorso

Il tatuaggio che identificava la banda dei 'Black beast' (Foto Zeppilli)

Il tatuaggio che identificava la banda dei 'Black beast' (Foto Zeppilli)

Fermo, 8 febbraio 2017 - Si è costituito il nono componente della banda romena dedita allo sfruttamento della prostituzione, denominata ‘Black beast’, così come il nome dato all’operazione della Guardia di Finanza che aveva permesso di sgominare la pericolosa organizzazione a fine novembre scorso.

Nella caserma di Fermo delle Fiamme Gialle si è presentato R.R. un 36enne romeno a cui gli inquirenti hanno contestato lo sfruttamento della prostituzione e l’associazione a delinquere. La sfera d’azione di R.R. non si limitava solo alla costa fermana, ma l’uomo operava anche fuori regione. Ora restano due i ricercati degli undici membri della banda colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere.

In primi a finire in manette erano stati Ionut Catera, 26 anni, Valentin Moderatu, 34 anni, entrambi residenti a Fermo; Madalin Odoleanu, 30 anni, Titus Manolake, 30 anni, Luciana Ruscu, 24 anni, Florentin Palade, tutti residenti a Porto Sant’Elpidio; e Ciro Petrone, 61 anni, di Porto Sant’Elpidio, ma originario della Campania. Gli arrestati, difesi rispettivamente dagli avvocati Alessandro Ciarrocchi, Enrico Mariani, Rossano Romagnoli e Francesco De Minicis, erano stati chiamati a rispondere dei reati di associazione a delinquere sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Tre di loro anche di tentata estorsione aggravata. Poi uno dei ricercati si era costituito poco tempo dopo e ieri è toccato al nono uomo.

Il blitz guidato dal colonnello Massimo Patrizio Paoluzi e dal colonnello Mauro Crescenzi, era scattato all’alba del 30 novembre scorso e aveva visto impegnati 120 militari con l’ausilio di quattro unità cinofile e dei Baschi Verdi di Ancona, specializzati in antiterrorismo.

C’erano state 26 perquisizioni domiciliari e le indagini avevano consentito, non solo di individuare l’organizzazione, ma anche le distinte condotte illecite attuate dagli indagati, ricostruendo così l’operato di un imponente sodalizio criminale che aveva un giro d’affari superiore al milione di euro. la banda era stata denominata ‘Black Beast’ per il tatuaggio, raffigurante una bestia che sottomette una donna, praticato a tutti i sodali.