Fermo, dubbi sulla morte dello studente Erasmus in Spagna

Secondo la polizia si è ucciso ma la versione non convince la famiglia. La madre: "L'avevo sentito il giorno prima della tragedia, era felice"

Giacomo Nicolai

Giacomo Nicolai

Fermo, 23 marzo 2017 -  Tre pugnalate al petto di cui una mortale. È giallo sulla morte di Giacomo Nicolai, lo studente universitario fermano di 24 anni, il cui corpo senza vita è stato trovato nell’appartamento di Valencia, in Spagna, dove si era trasferito per svolgere il programma Erasmus. A fare la macabra scoperta, domenica mattina, sono stati i suoi due coinquilini, che si sono trovati di fronte a uno scenario inquietante: il ragazzo giaceva nel suo letto con un coltello piantato nel petto. I due studenti hanno immediatamente allertato i soccorsi e sul posto sono intervenuti la polizia e i sanitari dell’emergenza medica valenciana. Purtroppo per il 24enne non c’è stato nulla da fare. L’altro ieri è stata effettuata l’autopsia sul corpo del ragazzo e la polizia ha diffuso i risultati parziali dell’esame, confermando che le coltellate sono state tre. Secondo gli inquirenti, però, si tratterebbe di colpi autoinflitti in un momento di autolesionismo. Una versione che non convince i genitori della vittima e i loro legali.    «Il giorno prima delle tragedia ci eravamo scambiati alcuni sms con Giacomo – racconta la mamma Erminia, corsa a Valencia insieme al marito Stefano appena appresa la notizia – era felice perché aveva cucinato per gli amici e la cena era stata molto apprezzata. Mi aveva chiesto la ricetta della pizza perché voleva prepararla per i suoi compagni di corso. Qualche giorno fa invece gli avevo chiesto se sarebbe ritornato per Pasqua e lui aveva risposto che tutti gli altri sarebbero rimasti a Valencia e probabilmente lo avrebbe fatto anche lui». Giacomo era quindi sereno fino a poche ore prima della tragedia e resta difficile pensare che abbia potuto progettare un gesto così estremo. Il ragazzo, oltretutto, conosciuto da tutti come una persona modello, non aveva una corporatura estremamente muscolosa ed immaginarlo supino sul letto, che trova la forza di pugnalarsi tre volte, sembra alquanto improbabile. La polizia ha ascoltato a lungo i due coinquilini: entrambi hanno dichiarato che il 24enne la notte precedente alla tragedia era nella sua stanza da solo e che in casa non è entrato nessuno.    «Alle prime luci dell’alba di domenica – racconta uno dei ragazzi che vivevano con Giacomo – ho sentito dei rumori seguiti da un rantolio, non ho capito subito da dove provenissero. Dopo un po’, intorno alle 7,30, sono andato a bussare alla porta delle stanza di Giacomo, ma lui non mi ha risposto. Ho insistito e poi ho aperto la porta e mi sono trovato di fronte ad una scena raccapricciante: Giacomo era distesso sul letto e aveva un coltello piantato nel petto. Ho subito chiamato l’altro studente che abita con noi e abbiamo costatato che Giacomo non dava segni di vita, così abbiamo immediatamente allertato la polizia e i soccorsi». La salma del ragazzo è stata restituita alla famiglia e dovrebbe fare rientro in patria oggi insieme ai genitori. Lo studente, nato e cresciuto a Fermo, dopo essersi laureato ad Ancona, si era trasferito all’università di Torino per la magistrale di ingegneria. Attualmente si trovava a Valencia per un periodo di studio all’estero legato al programma europeo di scambi culturali Erasmus. Viveva insieme ad altri due coetanei in un appartamento di via Calle Josè Maria de Haro, in un quartiere poco lontano dal porto della città e attraversato da una delle strade principali di Valencia.