Carife, l'incubo degli azionisti è la liquidazione coatta

Gli avvocati degli azionisti: "Così le cause verrebbero interrotte"

Carife (Foto Businnesspress)

Carife (Foto Businnesspress)

Ferrara, 27 novembre 2015 - E adesso? Adesso che il provvedimento di Bankitalia, dopo aver varato la Nuova Carife, ha azzerato azioni e parte di obbligazioni della moribonda Cassa di Risparmio di Ferrara, vecchia banca ‘amica’ e leader indiscussa degli affari della città, cosa succederà? «Gli azionisti delle quattro banche – Carife, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti, salvate con decreto 22 novembre 2015 numero 183 – e solo alcuni dei titolari di bond subordinati, potrebbero riavere qualcosa solo se la cosiddetta “Bad Bank”, cioè le vecchie banche rimaste in piedi, riceverà qualcosa dai propri debitori». Fin qui gli avvocati di Confconsumatori che subito aggiungono: «Occorre valutare caso per caso la modalità di vendita adottata dalla banca per verificare se l’acquisto può considerarsi inadeguato o concluso in mancanza del rispetto dei doveri informativi e di altri passaggi formali».

L’udienza. Ieri, intanto, si è tenuta una nuova udienza civile, relativa ad una causa intentata da un gruppo di risparmiatori nel 2014, alcuni dei quali rappresentati dagli avvocati Eleonora Baldi e Chiara Campi. «Aspettiamo di vedere se verrà attuato il programma di Bankitalia – spiegano – Ma se dovesse partire la liquidazione coatta, le azioni legali verrebbero interrotte». Il giudice Giusberti ha rimandato i lavori al 21 gennaio dando atto delle alte probabilità della messa in liquidazione della vecchia Cassa. 

Il documento. Se il provvedimento di Bankitalia non ha bisogno di nessun ok parlamentare, il decreto legge invece dovrà essere votato entro il 22 gennaio. «Banca d’Italia – si legge dall’atto – ha disposto la cessione di tutti i diritti, le attività e le passività costituenti l’azienda bancaria Cassa di Risparmio di Ferrara Spa, in amministrazione straordinaria, con sede a Ferrara, a favore della Nuova Cassa di Risparmio con sede a Roma». Il cosiddetto ente ponte. Ma restano escluse dalla cessione, continua il provvedimento, «soltanto le passività». Con la messa in liquidazione amministrativa, in pratica, tutti i debiti verrebbero lasciati in carico alla vecchia Carife, mentre nell’ente nuovo passerebbero solamente i crediti. In questo caso tutte le azioni legali verrebbero sospese e i risparmiatori non avrebbero più la possibilità di chiedere risarcimenti per le loro azioni. 

Vigilanza... cercasi. «Ora, – spiega Mara Colla, presidente nazionale di Confconsumatori – lavoreremo per restituire ai cittadini il “maltolto” ma la domanda sorge spontanea: come è stato possibile arrivare a questo punto? Cosa ha fatto finora Bankitalia? C’è da augurarsi che la Bce sia più vigile». E, ancora: «Era davvero inevitabile penalizzare i piccoli risparmiatori, tanti dei quali non si erano resi conto di essere a rischio? In Italia non possiamo più rimandare due priorità: vigilanza ed educazione finanziaria».

Alta tensione. Sempre ieri, infine, sono continuati i malumori all’interno di alcune filiali Carife di città e provincia tant’è che, come nei giorni precedenti, c’è stato bisogno dell’intervento preventivo delle forze dell’ordine.