«Apertura mentale e voglia di rischiare: così il manifatturiero può rilanciarsi»

Togni, direttore generale di Bper, sarà oggi al dibattito organizzato con Qn-Carlino

Fabrizio Togni

Fabrizio Togni

Ferrara, 26 ottobre 2016 - ‘CREARE valore per il territorio: banca e impresa – un nuovo rapporto per il rilancio delle economie locali’. Questo il titolo della tavola rotonda aperta a tutti i cittadini e organizzata da Bper banca e da Qn-Il Resto del Carlino in programma per oggi alle 17.30 al Museo Archeologico. Tra i relatori, intervistati da Cristiano Bendin, caposervizio della redazione ferrarese del Carlino, ci saranno: Paola Desantis, direttrice del Museo Archeologico, Lucio Poma, professore associato del dipartimento di Economia e Management dell’università di Ferrara, Fabrizio Togni, direttore generale di Bper Banca, Paolo Bruni, presidente di Cso Italy, Simone Colombarini, presidente di Vetroresina, Matteo Musacci, imprenditore ristorante Apelle e panifici ‘La bottega del pane’, Elio Rizzardi, presidente di Tahiti e Thermae Oasis, Licia Vignotto, socia fondatrice dell’associazione ‘Ilturco’ e coordinatrice del progetto ‘Interno Verde’. Prima della tavola rotonda, alle 16, sarà possibile visitare il museo archeologico di Ferrara, sotto la guida esperta della direttrice Desantis. Abbiamo intervistato Fabrizio Togni per approfondire il tema.

Togni, il sistema ferrarese soffre ancora. Quali sono le condizioni necessarie per rimettere in moto l’economia?

«Il territorio ferrarese, visto nel contesto regionale, ha qualche peculiarità, in particolare registra un’elevata incidenza sul settore agricolo e agroalimentare e ha un livello di industrializzazione che è lievemente inferiore rispetto a quello dalle altre province dell’Emilia Romagna. Ferrara si è ritrovata ad affrontare le difficoltà di mercato degli anni passati partendo da una situazione non particolarmente consolidata. Abbiamo bisogno di spingere al massimo per un recupero del prodotto commerciale e del benessere economico. Gli strumenti? Di fronte a un cambiamento radicale dell’economia, se parliamo di manifattura parliamo di fabbrica 4.0 e internet. Oggi però oltre che sulla tecnologia, ormai accessibile a tutti, bisogna focalizzarsi sul cambiamento dei processi».

Da un punto di vista culturale e del turismo, città e provincia stanno ottenendo risultati, ma forse non è sufficiente. Crede il declino del manifatturiero irreversibile?

«La verità è che bisogna saperlo ripensare. Devo dire che i bilanci che ci presentano le aziende da 2-3 anni a questa parte sono ottimi. La parte di sistema produttivo che ha saputo cavalcare il cambiamento e che oggi è operativa sui mercati sta producendo reddito e sta acquisendo quote di mercato. Ci sarà prospettiva per l’industria manifatturiera se ci sarà apertura mentale e voglia di rischiare».

Si parla molto dell’esigenza di istituti di credito più vicini a famiglie e imprese. In che modo si traduce la territorialità di BPER Banca?

«Nasciamo come somma di piccole banche locali. La differenza tra la grande banca nazionale e la banca del territorio sta nella modalità di dialogo con i clienti. La differenza sta nel capire i loro bisogni e cercare soluzioni. La famiglia si aspetta di trovare risposte o qualcuno che la aiuti a focalizzare i propri bisogni. Con le imprese dialoghiamo a seconda della dimensione, e ci sono interlocutori che hanno ben chiare le loro esigenze e devono trovare nella banca risposte veloci e adeguate».

L’opinione pubblica, anche a Ferrara, è preoccupata per le difficoltà che hanno riguardato alcuni istituti di credito, tra cui la Carife. Quanto è solido oggi il sistema bancario?

«È solido per oltre l’80%, come dimostrato dagli ultimi stress test Bce. Per un numero limitato di banche rimangono però delle problematiche che si trascinano da ormai 8-10 anni. Il vero problema è stata l’incapacità di trovare soluzioni definitive. Se si continua a buttare la palla avanti le cose tendono a incancrenirsi: ora speriamo che in questa ulteriore tornata si possano trovare soluzioni migliori».

Timidi segnali di ripresa ci sono stati. Ora quali sono le prospettive per il 2017?

«Lo scenario del prossimo anno sarà molto simile a quello del 2016. Questo perché ci siamo appoggiati su uno zoccolo da cui dobbiamo rialzarci con le nostre forze. La crescita del Pil sarà in funzione di quello che si farà per agevolare chi ha voglia di intraprendere e di quanto i nostri imprenditori sapranno mettere in campo con coraggio, competenza, innovazione e tenacia».