Palazzo dei Diamanti, chiude la mostra-evento sull'Orlando Furioso

Oltre 150mila visitatori per la mostra ispata al capolavoro dell'Arioso. Record anche di scolaresche e al bookshop

Un Ariosto ‘virtuale’, alla mostra di Palazzo dei Diamanti (Foto Businesspress)

Un Ariosto ‘virtuale’, alla mostra di Palazzo dei Diamanti (Foto Businesspress)

Ferrara, 29 gennaio 2017 - Ultimo giorno. Ultime code, e ultime meraviglie. L’Ippogrifo si prepara al distacco, Orlando placa la furia con il trionfo. Chiude i battenti stasera la mostra che, a Palazzo dei Diamanti, non ha solo superato largamente le previsioni (circa 150mila visitatori se non di più, il 50% oltre le stime iniziali), ma ha rappresentato «un caso sicuramente unico per Ferrara Arte – sorride la direttrice Maria Luisa Pacelli –; era la prima volta che una mostra prendeva spunto da un’opera letteraria, sia pure di tale portata. La presenza di capolavori assoluti, di artisti come Botticelli, Tiziano, Paolo Uccello, ha sicuramente garantito eccellenza, ma a mio avviso il successo, perché di successo si può parlare, è stato rappresentato dall’emozione del poema, dal carattere quasi ‘identitario’ della mostra, e dalla bellezza dell’allestimento».

A proposito, dalle colonne di uno dei giornali più prestigiosi del settore dell’arte, il Burlington Magazine, è arrivato una sorta di Oscar: «Sì, ci è stato riconosciuto il fatto che un allestimento tanto suggestivo non si vedeva da vent’anni. Troppa grazia...», prosegue la Pacelli.

I dati finali (in attesa delle affluenze del week end) parlano di 150mila visitatori – il che pone questa mostra tra le prime quattro-cinque in assoluto della storia dei Diamanti –, e di un risultato eccellente anche al bookshop: «Abbiamo dovuto ristampare quattro volte il catalogo, in alcune giornate ne abbiamo venduti sino a 200-300», prosegue la direttrice.

La suggestione del poema, i capolavori in mostra, il passaparola (non va sottovalutato neppure l’effetto-Jovanotti), un mix irresistibile: «Siamo stati coraggiosi, pochi avrebbero immaginato un tale successo di pubblico – commenta l’assessore alla Cultura Massimo Maisto –; ma è stato soprattutto il successo di Ludovico Ariosto, in cui la città è tornata a riconoscersi. E adesso, chiusa la mostra, non sarà certo dimenticato».

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