Galleria Fogli allagata, l’ira dei commercianti

Ascom chiede un incontro con il sindaco che risponde: «Essendo privata avremmo bisogno di essere autorizzati da una cessione o da una pubblica servitù per intervenire»

Galleria Fogli è in pieno centro: il Comune per lavori male eseguiti ha incassato dalla ditta esecutrice 150 mila euro

Galleria Fogli è in pieno centro: il Comune per lavori male eseguiti ha incassato dalla ditta esecutrice 150 mila euro

Comacchio, 24 maggio 2015 – Ci risiamo. Ogni volta che piove un po’ troppo il problema si ripropone e in Galleria Fogli i commercianti devono armarsi di stracci, secchi e scope per far scivolare via l’acqua che penetra dalla copertura. E l’esasperazione cresce, soprattutto tra chi paga l’affitto per attività che si trovano puntualmente allagate ad ogni capriccio del meteo. A prenderne le difese Ascom Confcommercio di Comacchio, con una dichiarazione che intende spronare il Comune a fare di più.

«I commercianti della Galleria Fogli a Comacchio hanno tutto il diritto di essere preoccupati per l’ennesimo allagamento ed infiltrazioni d’acqua occorsi in questi giorni di maltempo. E’ evidente che questo disagio sta diventando una pericolosa quanto fastidiosa cronicità con pesanti perdite economiche per le attività commerciali alcuni delle quali addirittura a rischio chiusura». E chiede al sindaco Marco Fabbri un incontro urgente perchè «l’Amministrazione si faccia carico di intervenire sulle proprietà private realizzando poi in tempi rapidissimi gli interventi concordati, lavori non più rinviabili».

Il sindaco si dice assolutamente disponibile a intervenire, ma precisa che non è dal Comune che devono venire i primi segnali. La questione è rimasta ferma fino a fine 2014 per effetto del contenzioso legale in essere e del conseguente commissariamento che ne vietava lavori di ripristino.

Ora la causa è stata vinta (anche se già nuovamente impugnata) e parte del risarcimento versato, ma «per poter intervenire come Comune, essendo la proprietà privata – spiega il sindaco – avremmo bisogno di essere autorizzati da un titolo (una cessione, una pubblica servitù), ma dai precedenti incontri tenuti con l’amministrazione del fabbricato non sembra emergere una volontà univoca e concorde da parte dei proprietari, né sul titolo, né sul tipo di intervento da apportare». La cifra versata al Comune a risarcimento danni – circa 150mila euro ottenuti dalla ditta esecutrice dei lavori – rischia di rimanere ancora accantonata.