Carife, interrogazione urgente al ministro dell’Economia

Sindaco e parlamentari del Pd incalzano Padoan: sotto accusa anche commissari e Bankitalia

GIORNI CRUCIALI Il 27 maggio è il termine della fine del commissariamento per la Cassa di Risparmio

GIORNI CRUCIALI Il 27 maggio è il termine della fine del commissariamento per la Cassa di Risparmio

Ferrara, 27 aprile 2015 - Interrogazione parlamentare sulla vicenda Carife. Pungolati, come vedremo, dal sindaco Tiziano Tagliani, i deputati del Partito Democratico Alessandro Bratti e Paola Boldrini hanno indirizzato ieri un quesito al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Padoan: «Quali tutele saranno adottate per i 29mila piccoli risparmiatori, per lo più famiglie e imprese, che nel 2011 hanno sottoscritto l’aumento di capitale della Cassa di Risparmio?», chiedono Bratti e la Boldrini. «Vogliamo capire come sia stato possibile – spiegano i parlamentari nell’interrogazione urgente – che, nonostante la vigilanza controllata della Banca d’Italia e due anni di gestione commissariale, il patrimonio di 350 milioni di euro registrato nel 2012 dalla Carife sia stato totalmente azzerato e il valore delle sue azioni annullato. E se la sottoscrizione da parte del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi dell’aumento di capitale, che al termine del quale si troverà azionista unico dell’istituto, espropriando di fatto la città della sua banca, non si trasformi nell’ennesima beffa a danno dei piccoli risparmiatori». Il maxi piano del Fondo Interbancario, pronto a investire 300 milioni di euro nel salvataggio di Carife, comporterebbe l’azzeramento del valore delle azioni e la cancellazione della Fondazione: un’eventualità che allarma il sindaco Tiziano Tagliani, che in mattinata ha espresso forti riserve sull’operato dei commissari e della Banca d’Italia. Ai primi ha fatto l’appunto su «una mancanza di comunicazione che a mio giudizio va ben oltre i limiti di riservatezza che sono loro imposti»; ai vertici di via Nazionale, il sindaco indirizza un appunto «sulla gestione dell’intera vicenda, visto che nel 2011 l’aumento di capitale è stato autorizzato proprio dalla Banca d’Italia». Infine i sindacati, che pressano i commissari straordinari «auspicando a breve chiarezza sulle prospettive della banca».

Stefano Lolli