Omicidio Tartari, "Abbiamo licenziato la badante". I sospetti sulla mamma del bandito

La donna è stata silurata sabato. "Non poteva più lavorare qui" FOTO Il casolare dove è stato trovato Tartari

La badante

La badante

Ferrara, 28 settembre 2015 - A casa dei vicini una donna si affaccia dalla finestra. Scusi, la badante? «Per favore – dice in lacrime – per favore... Comunque non c’è più. Abbiamo attivato le pratiche...». Le pratiche sono quelle per il licenziamento di Rosy: la colf slovacca madre di uno dei ragazzi indagati per l’omicidio Tartari. Rosy è la mamma di Patrik Ruszo, il 19enne che ha condotto come un novello Caronte in abbigliamento rap gli investigatori della mobile nel piccolo inferno di via Pelosa. «Signora, scusi, non c’è Rosy?». Rosy sabato pomeriggio, appena la notizia del suo legame familiare con uno dei presunti colpevoli ha iniziato a circolare è stata licenziata. Ha fatto fagotto e si è allontanata da via Ricciarelli, da quel gruppetto di case tutte uguali, tutte attaccate, tutte perfette e dove mercoledì 9 settembre la lancetta di Ferrara si è fermata sull’ora di una rapina che sarebbe finita nel sangue.

La casa è quella che confina con l’abitazione di Pier Luigi Tartari e da dove la badante, quella sera, avrebbe sentito trambusto e l’urlo «non ho niente», scagliato nel nulla dalla vittima. Sotto la lampada degli investigatori la domanda sul ruolo che la donna potrebbe avere giocato – o sulla sua totale estraneità da ogni tipo di responsabilità – in questa storia finita con il ritrovamento di un cadavere. Sul profilo Facebook del 19enne si vedono mamma e figlio abbracciati, in centro a Ferrara. Rosy ha lavorato in quella casa per tre anni. Una figura quasi invisibile, dai dettagli che a singhiozzo vengono fuori dai vicini. Il giorno prima dell’assalto in villa il figlio Patrik e i due sodali non solo hanno fatto un sopralluogo in via Ricciarelli ma hanno fatto tappa nella casa che confina con l’abitazione di Pier Luigi. I tre uomini si gustano un caffè e, più passano le ore più la pista investigativa si rafforza, pregustano un furto di quelli facili facili.

A casa di un pensionato che vive solo e che spesso la sera esce per una pizza in una paninoteca fuori città. Un colpo perfetto: villetta isolata, buio e un paio di ore buone per un furto in casa senza particolari rischi. Ma la storia dirà che tutto, di lì a poco, precipiterà tutti in uno scenario da film dell’orrore. Solo che la realtà non si spegne con il telecomando, lascia pezzi di verità alla vista di tutta la comunità. Torniamo a Rosy. La badante slovacca è stata licenziata e ora gli investigatori devono capire se qualche traccia di questa storia conduca verso di lei. Sa qualcosa in più? Sapeva che qualcosa stava per accadere oppure non centra assolutamente nulla? Allora perché – benché in ritardo di un giorno – segnalare alla padrona di casa i rumori sospetti avvertiti la sera precedente? Un carico di ipotesi, pensieri sospetti che fanno da alone alla figura di una donna che, senza più lavoro, un figlio in carcere con l’ipotesi di concorso in omicidio, fanno da sfondo a una persona in cerca di un rifugio in città. Un’anima nera, la vittima di una casualità mostruosa oppure solo l’impotenza di una mamma? Domande che cercano sfogo, aria, verso la verità di tutta questa storiaccia di fine settembre.