Maresciallo della Finanza muore sotto gli occhi della moglie

Vito Solimene stava passeggiando quando ha accusato un malore. Aveva 54 anni

Sul posto l’ambulanza e i carabinieri di Rovigo

Sul posto l’ambulanza e i carabinieri di Rovigo

Rovigo, 3 novembre 2014 - Stava passeggiando fianco a fianco con la moglie, lungo la pista ciclabile che segue il corso dell’Adigetto, nel quartiere San Bortolo. Ad un certo punto si è accasciato a terra, letteralmente crollando sul cemento. Senza vita. Senza un perché. Un malore che ha stroncato all’improvviso Vito Solimene, 54 anni, maresciallo della Guardia di Finanza. Era un uomo in perfetta salute che non aveva problemi cardiaci. La tragica sequenza è avvenuta davanti agli occhi sbigottiti della moglie, che ha subito chiamato i sanitari del 118 per tentare di salvarlo. Ma purtroppo l’intervento dei medici non è servito a nulla: il cuore di Solimene aveva già smesso di battere e non si è più ripreso nonostante tutti gli sforzi che sono stati fatti per rianimarlo. Una tragedia senza un senso, che ha strappato la vita a un marito, un padre di famiglia di due studentesse universitarie. 

Una famiglia felice che viveva in via Martiri di Belfiore, a Rovigo, proprio a due passi da dove Vito è stato stroncato dall’arresto cardiaco, mentre stava facendo una passeggiata. La moglie, sotto choc, non ha saputo fornire spiegazioni su quanto fosse successo. E’ stata prontamente soccorsa e le è stata data una coperta. La donna non riusciva a capacitarsi di aver visto morire il marito davanti ai suoi occhi. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri del comando provinciale di Rovigo, per tutti i rilievi del caso. Il corpo di Solimene è stato poi trasportato all’ospedale di Rovigo. Il 54enne era un maresciallo della Guardia di Finanza, in servizio a Ferrara, nel comando di sezione del nucleo tributario. Un cittadino modello, che prima di prestare servizio nella città estense era a Bologna e prima ancora a Rovigo, al Battaglione. Sotto choc anche il comandante provinciale della Finanza ferrarese, Sergio Lancerin, prontamente avvisato dell’accaduto. «Era con noi da diversi anni — è il ricordo commosso del colonnello, che non se la sente di parlare di più per il forte dolore —, una gran brava persona oltre che un ottimo professionista».