Willy, l’annuncio del procuratore: "La riesumazione è possibile"

Cherchi: "Trovata traccia nel portafoglio". Sotto le unghie il Dna?

Luca Branchi sulla tomba del fratello Willy (Businesspress

Luca Branchi sulla tomba del fratello Willy (Businesspress

Ferrara, 1 aprile 2015 -  LA SALMA di Vilfrido ‘Willy’ Branchi potrebbe essere riesumata. A dare l’annuncio è il procuratore capo Bruno Cherchi, cinque mesi dopo l’apertura di una nuova indagine sull’omicidio del diciottenne avvenuto la notte tra il 29 e 30 settembre 1988 a Goro. «È una concreta possibilità e la stiamo valutando seriamente – spiega – per vedere se sono rimaste tracce biologiche sul cadavere. L’autopsia evidenziò diversi segni di difesa da parte del ragazzo, ora saranno fondamentali le valutazioni dei Ris e del medico legale». Per la decisione definitiva non passerà molto tempo perché «nell’arco di un mese avremo punti fermi».

L’INDAGINE. Cinque mesi, partiti il 10 novembre quando l’avvocato dei Branchi, Simone Bianchi, depositò un esposto in Procura chiedendo di riposizionare i fari della giustizia sul caso finito da troppo tempo negli archivi impolverati del tribunale. Da quel giorno i carabinieri dell’Investigativo di Ferrara e i colleghi del Reparto operativo di Comacchio, hanno ripercorso a ritroso la tragedia, mettendo in campo una serie di attività che, ad oggi, hanno portato i primi frutti. «Uno degli elementi interessanti – riprende Cherchi affiancato dal pm Giuseppe Tittaferrante – l’abbiamo trovato nel portafoglio».

LA TRACCIA. In un foglietto blu, i Ris hanno isolato una «traccia papillare che non corrisponde a quella dei familiari» di Vilfrido. Vero è che il portafoglio venne restituito al padre qualche settimana dopo l’omicidio e in tanti potrebbero averlo «aperto, toccato, manomesso». Ma la vera svolta può arrivare dalla riesumazione del cadavere. «Potrebbe emergere un dato interessante – dice il procuratore –, certo il tempo non gioca a nostro favore ma anche da una persona deceduta da 200 anni si possono trovare buoni elementi». Sotto le unghie di Willy, ad esempio, possono nascondersi ancora i tessuti dei responsabili di quell’atrocità. «Residui di pelle potrebbero esserci – sottolinea –, la vittima può essere stata tenuta ferma da una o più persone. La finalità delle eventuali tracce biologiche è quella della comparazione».

IL LUOGO. Il corpo venne trovato lungo l’argine del Po. «Si può ipotizzare che sia stato ucciso lì vista la presenza copiosa di sangue». Anche se l’azione sarebbe cominciata in via Buozzi dove fu sentito l’ultima volta. «Prima vogliamo dare scientificità all’intervento, poi valuteremo il resto». Come l’informativa dell’Arma del ’96 mai trasmessa in Procura, o i potenziali testimoni che quella notte giravano in auto per il paese. «Se nessuno ha parlato fino ad ora – chiude Cherchi –, servono dati certi da poter contestare. E noi stiamo lavorando per questo».