Petizione a Renzi e mail bombing, l’Autodromo di Imola non molla il Gp

Formula 1, i vertici del circuito Enzo e Dino Ferrari ora chiedono il sostegno dei fan in Rete

La griglia di partenza dell’ultimo Gp disputato  in Autodromo, nel 2006

La griglia di partenza dell’ultimo Gp disputato in Autodromo, nel 2006

Imola (Bologna), 25 luglio 2016 - Non lasciare nulla di intentato. È questo lo slogan che riecheggia negli ultimi giorni dalle parti dell’Autodromo. Dopo la firma del contratto con Bernie Ecclestone (sul quale manca però la fondamentale convalida dell’Aci), le forti prese di posizione pubbliche del presidente di Formula Imola, Uberto Selvatico Estense, e il ricorso al Tar, ora i vertici del circuito cittadino provano a mobilitare il popolo degli appassionati. Come? Cercando di usare la leva della Rete.

Proprio nelle ore in cui il patron del Circus si appresta a vagliare la nuova offerta formulata da Monza (grazie soprattutto a quei 12,5 milioni dell’Automobile Club ai quali pure Imola ritiene di poter accedere) per il Gp d’Italia 2017, sul profilo Facebook ufficiale dell’Enzo e Dino Ferrari sono infatti partite due iniziative singolari. Da un lato una petizione sul portale Change.org dal titolo ‘Pari opportunità all’Autodromo di Imola per l’assegnazione del Gp d’Italia di F1’. Dall’altro un invito al mail bombing, il bombardamento per posta elettronica, una tipologia di attacco informatico che consiste nell’inviare migliaia di messaggi a una casella di posta. Quale? Quella del capo dipartimento per gli Affari Regionali, le Autonomie e lo Sport, Antonio Naddeo, del presidente del Coni, Giovanni Malagò, e del numero uno dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani.

L'appello rivolto ai fan è chiedere ai tre che «vengano rispettati i presupposti costituzionali e decoubertiani di pari opportunità previsti dall’ordinamento italiano e dai codici sportivi internazionali, concedendo allo storico circuito di Imola la stessa dignità di quello di Monza». Il tutto, «considerato il pieno diritto del promotore emiliano romagnolo ad aver negoziato, con minor aggravio per la finanza pubblica, avendo caratteristiche idonee, un accordo di organizzazione e promozione del suddetto Gran Premio d’Italia di F1 con il soggetto detentore dei diritti», si legge nel post pubblicato online.

Poi c'è, come detto, la petizione online, alla quale hanno già aderito un migliaio di appassionati. Il copione è simile: «La Federazione sportiva automobilistica italiana - Aci – recita l’istanza promossa dai vertici del circuito cittadino – ha negato all’Autodromo di Imola l’utilizzo della titolazione Gp d’Italia nonché l’accesso ai fondi che, con la Legge di Stabilità, sono stati destinati dal Governo italiano all’organizzazione del Gp. L’Autodromo di Imola ha già espresso proprio impegno a rendersi disponibile ad organizzare il Gp per le prossime cinque edizioni sottoscrivendo nel corso del maggio scorso un valido contratto, conforme al testo ricevuto dagli uffici londinesi del patron della Formula 1».

Una trattativa, quella portata avanti dall’impianto sul Santerno, nella quale è stata rispettata la tradizione che «vuole i promotori (ovvero i circuiti) a negoziare con il titolare dei diritti le condizioni contrattuali per lo svolgimento di un Gpdi F1 e mai le Federazioni sportive nazionali per ovvi motivi tecnico-giuridici, nonché per non esporre una istituzione ad un rischio imprenditoriale indeterminabile». In questo caso, la petizione sarà consegnata – oltre che ai tre destinatari del mail bombing di cui sopra – anche al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e alla ministra con delega alle Pari Opportunità, Maria Elena Boschi.