"Uccidere i cani". La figurina choc spaventa la città

Dopo le polpette avvelenate, le immagini della vergogna

Imola, la figurina anti - cani

Imola, la figurina anti - cani

Imola, 4 febbraio 2016 - Prima le polpette avvelenate (che però almeno nel caso più recente di via Molino Vecchio si sono rivelate innocue), ora le figurine della vergogna. «Can che abbaia non morde ma rompe le balle», recita uno degli atroci adesivi spuntati in queste ore in città tra lo sgomento di animalisti e non solo.

Protagonista della vignetta è una giovane armata di ascia, con la quale ha appena tagliato la testa a un cane. «Silence is golden / Il silenzio è d’oro», si legge sulla canottiera della ragazza. Sulla cintura dei pantaloni ecco una fibbia con la sigla ‘Enpu’. Una parodia del celebre Ente nazionale per la protezione degli animali, in cui l’ultima lettera dell’acronimo identifica la parola ‘umani’. Almeno un paio i messaggi di questo tipo comparsi in via Quaini, a due passi dal centro storico. Ma non è escluso che le figurine, grandi circa dieci centimetri e segnalate (identiche) anche in altri comuni della zona, come per esempio Riolo Terme, possano essere state appiccicate anche in altri quartieri di Imola.

Un messaggio incredibilmente violento, che fa il paio con i tanti ritrovamenti di bocconi sospetti in giro per la città. In alcuni casi avvelenati, e dunque letali. Che hanno già causato più di un decesso. E che, anche a Imola, la dice lunga sul rapporto conflittuale tra i proprietari di animali e una parte (si spera minuscola) della popolazione. Senza voler scomodare la celebre gaffe dell’assessore Antonio De Marco, che per una leggerezza sui «cani da abbattere» aveva fatto arrabbiare gli animalisti di mezza Italia, la spia che qualcosa da queste parti non va per il verso giusto. Non a caso, dell’intolleranza nei confronti degli amici a quattro zampe si discuterà a breve in Consiglio comunale, grazie a una mozione sulle polpette avvelenate cui i civici di Insieme si vince hanno lavorato con la Lega Nord (non presente nell’aula di piazza Matteotti).

Episodi come l’ultimo di via Molino Vecchio, dove la Municipale aveva chiuso un’area verde dopo il ritrovamento di alcuni bocconi sospetti (in quel caso inoffensivi), «sono il sintomo di una conflittualità preoccupante che dobbiamo contrastare», aveva detto nei giorni scorsi il vicesindaco Roberto Visani. Un contrasto che, in alcuni casi, può riguardare però anche gli stessi proprietari di cani. Ne è un chiaro esempio un altro cartello, dai toni decisamente più morbidi rispetto agli adesivi, apparso sempre in questi giorni in via Marconi: «Anche se hai il Jack Russell – si manda a dire tra colleghi – non sei esonerato dal raccogliere la cacca. Firmato: noi la raccogliamo».