Imola, semaforo e code. In via I Maggio scatta la petizione

Sotto accusa i tempi del semaforo che causano file interminabili. "Qui caos, smog e code"

Paola Righini con le firme che sta raccogliendo nel suo bar di via I Maggio (Isolapress)

Paola Righini con le firme che sta raccogliendo nel suo bar di via I Maggio (Isolapress)

Imola, 18 maggio 2017 – Arriva una petizione contro le nuove fasi semaforiche in via Primo Maggio (incrocio via del Lavoro-via Di Vittorio). A coordinare la protesta, portata avanti per ora da una dozzina tra commercianti e residenti della zona, non lontana dalla vecchia circonvallazione, è Paola Righini. Nel suo bar al civico 50 di via Primo Maggio (l’ex Garden, oggi Paola e Ilaria), si raccolgono infatti le firme per chiedere a Comune ed Area Blu di tornare sui loro passi. E mettere mano al contestato provvedimento varato nelle scorse settimane nel tentativo di ridurre il numero degli incidenti stradali.

Il problema è ormai noto, ed è stato già oggetto di svariate lamentele da parte di automobilisti, negozianti e abitanti dell’area. C’è chi ha scritto ai giornali locali, chi ha protestato in Municipio e chi invece ha preferito affidare il proprio sfogo alla Rete. Più di qualcuno si è persino preso la briga di cronometrare il (poco) tempo a disposizione, quattro secondi in tutto, di chi, transitando su via Primo Maggio in direzione autostrada, deve svoltare a sinistra verso via Di Vittorio prima che scatti il rosso. O chi, dall’altra parte, viaggiando in direzione centro città, ha bisogno – anziché di proseguire dritto – di girare su via Del Lavoro. Prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema voluto dall’amministrazione, bisognava mettersi in mezzo alla strada, aspettare che dalla parte opposta non arrivasse nessuno e poi attraversare l’incrocio.

Ora invece è tutto regolamentato dal semaforo che però, oltre a rallentare l’operazione creando code inedite fino a qualche settimana fa, rende tutto più complicato. L’impianto è infatti monitorato dal sistema ‘Rosso ti vede’; e in molti, legittimamente, preferiscono fermarsi con il giallo piuttosto che rischiare una pesante multa. E, d’altro canto, anche chi deve semplicemente proseguire dritto deve fare i conti con rallentamenti che prima non c’erano. Insomma: code, inquinamento e colpi di clacson. Un inferno imprevisto, per chi da quelle parti ci lavora ogni giorno.

«Qui la sera la fila arriva a Ca’ del Pozzo, tutti suonano e a noi tocca respirare lo smog – protesta Righini –. Ho già parlato con Comune e Area Blu, ma non sembra proprio che vogliano ripensarci. Hanno detto che il semaforo rimarrà così. I clienti però sono esasperati, non ne ho trovato nemmeno uno che parli bene della novità. Ci sono persino degli autisti di autobus che rispetto a prima registrano ritardi sulle loro corse di 15/20 minuti. E’ una cosa oscena, e non è migliorata nemmeno la sicurezza. Siamo stufi di questa situazione, è arrivato il momento di fare qualcosa».