Una raccolta fondi per testare la salute della discarica

I comitati chiamano gli esperti

I rappresentanti delle associazioni ambientaliste che hanno illustrato la raccolta fondi (Isolapress

I rappresentanti delle associazioni ambientaliste che hanno illustrato la raccolta fondi (Isolapress

Imola, 23 luglio 2015 - Finanziare un’equipe di esperti di livello nazionale, tra cui il Cnr, per analizzare lo stato di salute (o l’eventuale contaminazione) del suolo, dei sedimenti e delle acque, sotterranee e superficiali, attorno alla discarica Tre Monti. E’ lo scopo della raccolta fondi lanciata sul web (www.buonacausa.org, sito operativo tra qualche giorno) dalle associazioni ambientaliste Panda, Salviamo il Paesaggio, Legambiente, ASP 26 marzo, Movimento per l’acqua pubblica e Comitato discarica Tre Monti. Cittadini che vogliono «vederci chiaro» sullo «stato dell’ambiente nei dintorni dell’impianto e dell’impatto che tale sorgente genera sulla salute degli imolesi».

Le associazioni, che mirano a raccogliere un budget fino a 40mila euro, incaricheranno laboratori certificati per effettuare analisi indipendenti «condotte su una metodologia riconosciuta e basata sull’esperienza consolidata di tecnici del settore, in vista del progetto di ampliamento del sito» dichiara Cinzia Morsiani, tecnico ambientale che per anni ha lavorato in Regione.

L’IMPIANTO di via Pediano è prossimo alla saturazione (2016), per cui l’intervento in programma consentirà la prosecuzione dell’attività di conferimento e smaltimento per altri 15 anni circa. «Così facendo – va avanti Morsiani – la più grande discarica dell’Emilia Romagna diventerà una delle più grandi in Italia». E rincara: «Più volte abbiamo richiesto un accesso agli atti sui dati raccolti da Arpa e Comune, ma ci è sempre stato risposto che le falde acquifere non vengono indagate in quanto sotto la discarica non ci sarebbe alcuna falda». Tuttavia il timore delle associazioni è la fuoriuscita di percolato. «Sotto la discarica c’è l’argilla con un carico di 25 metri di rifiuti che hanno appesantito la zona la quale, peraltro, è in pendenza. In passato nelle acque del Rio Rondinella sono stati trovati nitriti e nitrati, componenti legate a un intenso allevamento di suini, che qui non esiste».

C’È DI PIÙ. «Abbiamo saputo che dall’inverno scorso nelle scuole dell’infanzia comunali sono state sostituite le caraffe dell’acqua con le bottiglie, anche per questo motivo vogliamo chiarezza».

Dell’equipe farà parte anche Marco Stevanin, amministratore di Terra srl, società veneta di consulenza ambientale. «Effettueremo un monitoraggio delle acque e dei suoli circostanti la discarica al fine di investigare lo stato di qualità. Focalizzeremo l’attenzione sui parametri ambientali legati all’inquinamento e sugli aspetti sanitari. Se risultassero delle contaminazioni, il tema sarà la messa in sicurezza dell’impianto, non più il suo ampliamento». Alfredo Sambinello di Legambiente pone l’attenzione sul «conflitto di interesse che riguarda Hera, società che gestisce i rifiuti e al tempo stesso smaltisce la raccolta differenziata. Ecco perché, al contrario di altri paesi più avanti, la differenziata in questo territorio non decolla».