Giorni della merla? No, caldo record dal secondo dopoguerra

Una media di 9.2 gradi dal 29 gennaio al 2 febbraio

Paesaggio nella nebbia

Paesaggio nella nebbia

Imola, 4 febbraio 2015 - Non c'è niente di scientifico, è vero, ma i ‘giorni della merla’ – la coda del mese di gennaio e l’inizio di febbraio – nella tradizione popolare sono quelli più freddi dell’anno. O almeno lo sarebbero, visto che in questo 2016 le cose stanno diversamente. A fare il punto su queste temperature fuori dal comune è Fausto Ravaldi, che da anni segue l’osservatorio meteorologico dell’Istituto Scarabelli. Gli archivi raccolgono i dati dal secondo Dopoguerra e in questo caso parlano chiaro: dall’ultimo conflitto mondiale ci troviamo davanti al fine gennaio più caldo. Un dato, questo, che si va ad aggiungere a un quadro di minori precipitazioni (circa la metà rispetto alla media stagionale) e a uno smog che fa sul serio: il 2 febbraio, infatti, la centralina imolese di via De Amicis ha segnalato l’11esimo sforamento per quanto riguarda i livelli di pm10 (su 35 consentiti).

Ravaldi, l’11 gennaio a Imola avevamo superato i 18 gradi. Cosa è emerso negli ultimi giorni, statisticamente i più freddi?

«Le temperature dal 29 gennaio al 2 febbraio sono state le più alte dal 1947. La media, infatti, è di 9,2 gradi».

Rispetto a... ?

«In 70 anni il valore più simile è stato quello del 1948, in cui la media è stata di 8 gradi. Per fare un altro confronto, l’anno scorso la temperatura media era di 4,3 gradi centigradi».

Questo per quanto riguarda i cosiddetti giorni della merla. L’intero mese di gennaio invece cosa ci dice?

«La temperatura media è stata di 5,3 gradi, contro i 5,4 del 2015. Ma nel 2014 i gradi erano 6,5».

Che conclusioni possiamo trarre?

«Che la linea di tendenza degli ultimi anni (vedi anche grafico sopra, ndr) è in salita: il trend della temperatura è in crescita».

Quindi tutto quello che si legge da tempo sul riscaldamento globale è vero?

«C’è un cambiamento epocale in atto non da ieri, ma da centinaia di anni. E poi quest’anno si è verificato un altro fenomeno: non si è formata alta pressione in Russia, che negli anni passati ha spinto l’aria fredda fino all’Emilia-Romagna. Dal lato est, quello adriatico, non c’è barriera. In compenso sono arrivati molti venti caldi dall’Africa, che hanno influenzato il clima della regione».

E la temperatura si è alzata. Ma dobbiamo aspettarci più freddo nel resto dell’anno?

«La temperatura media dovrebbe restare di 14/15 gradi, ho sempre creduto in queste ‘compensazioni’. Certo che se non viene freddo neanche a febbraio... ».

Si parla già di siccità. Ha piovuto troppo poco?

«Abbiamo sempre la memoria meteorologica corta. Il 3 gennaio sono caduti 10.8 millimetri di pioggia,1.8 il 4 e il 5, 3.4 il 6 e 3.2 il 7 gennaio. In tutto sono 33,6 millimetri d’acqua, mentre la media di gennaio sarebbe di 60 millimetri».

Beh, quindi ha piovuto la metà del normale.

«Sì, ma non ci sono ancora gli estremi per parlare di siccità (ieri sera ha piovuto in città, ndr)».

Cosa dobbiamo aspettarci i prossimi giorni?

«Dovrebbero esserci ancora alcune giornate di sole, che in effetti contrastano con l’inverno».

Le piante come reagiscono?

«Per fortuna dal 15 al 21 gennaio qualche brinata mattutina ha rallentato la vita vegetativa, quindi le gemme stanno andando avanti. Cosa che può essere deleteria perché sono molto sensibili alle gelate, in particolare nel caso di peschi, susini e albicocchi».

Letizia Gamberini