Nuova rete con il Sant’Orsola: la candidata è Neonatologia

Sovraccarico di pazienti a Bologna, Imola si fa avanti

Un medico

Un medico

Imola, 30 marzo 2015 - Una relazione che si sta facendo sempre più stretta e che in futuro potrebbe estendersi anche alla Pediatria. Parliamo del rapporto tra l’Ausl di Imola e l’azienda ospedaliera Sant’Orsola-Malpighi di Bologna che, dall’estate scorsa, è forte di una Chirurgia unica capitanata dal primario Antonio Daniele Pinna. Solo pochi giorni fa, nell’incontro tra i direttori generali delle due aziende per fare il punto sull’andamento della sperimentazione chirurgica, la numero uno dell’Ausl imolese Maria Lazzarato aveva anticipato che «stiamo lavorando anche ad altre collaborazioni», ma non si era spinta oltre.

Una di queste collaborazioni – o meglio, reti cliniche – riguardarebbe proprio i due reparti di Pediatria, con particolare riferimento alla Neonatologia. Al Sant’Orsola, riconosciuto come centro di III livello dalla Regione nell’assistenza dei prematuri, vengono curati anche i casi più complessi, grazie al reparto di terapia intensiva dedicato ai piccoli pazienti. A Imola, invece, viene di fatto fornita un’assistenza intermedia II livello, ma formalmente la struttura è riconosciuta come un primo. L’idea di mettere in relazione i due reparti, però, nascerebbe dall’eccesso di lavoro che ogni giorno graverebbe sul reparto felsineo. Troppi i neonati presi in carico dalla strauttura che, invece, stringendo un apposito accordo con Imola, potrebbe sgravarsi di parte dei pazienti che troverebbero lo stesso tipo di risposta, ma a livello di assistenza intermedia, sul Santerno. Il progetto, però, è ancora tutto da scrivere e i contatti, al momento, sarebbero fermi ad alcuni iniziali incontri tra i due primari. In ogni caso, a differenza di quanto avvenuto con la Chirurgia, ogni sito manterrebbe il suo primario che a Imola è Marcello Lanari. Ma dove starebbe il vantaggio per l’Ausl imolese? Se l’accordo dovesse andare in porto e la Regione riconoscesse il II livello alla Neonatologia, uno dei primi riflessi si avrebbe sul personale: l’assistenza intermedia, proprio perché considerata una semi-intensiva, richiede un rapporto infermiere-neonato di uno a quattro. 

In più quanto una collaborazione con l’Università può comportare: dalla presenza di specializzandi a rotazione all’attività di formazione per il personale in servizio che, come nel caso della Chirurgia, potrebbe chiedere il distacco per un periodo di tempo limitato a Bologna. La volontà dell’Ausl di Imola di puntare al riconoscimento del II livello di assistenza neonatale era, in parte, già contenuta nel piano strategico aziendale 2010-2013 ma al momento resta un obiettivo mancato.