L’olio extravergine contro la crisi. "Produzione aumentata del 120%"

Summit allo Scarabelli: Imola capofila nell’alta qualità

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Imola, 22 novembre 2014 - Focus sull'olio extravergine di oliva. Imprenditori agricoli, docenti universitari e nutrizionisti si sono dati appuntamento ieri all’istituto agrario Scarabelli-Ghini in occasione un convegno organizzato da Coldiretti Bologna, per analizzare la rinascita della coltura dell’ulivo e di una produzione di olio di qualità nel comprensorio imolese. Una ripartenza che risale a vent’anni fa.

Secondo elaborazioni di Coldiretti su dati Istat, nel 2006 tra Imola e Bologna c’erano 134 ettari di uliveto. Nel 2013 sono diventati 295, con un aumento in soli sette anni del 120 per cento. Oggi ci sono oltre 400 aziende che coltivano ulivi per una produzione di 240mila chilogrammi di olive e 30mila chilogrammi di olio. «Si tratta di un prodotto di alta qualità che ha già ottenuto il marchio Qc (qualità controllata) e punta a conquistare ben più importanti riconoscimenti – fa sapere il presidente di Coldiretti Bologna, l’imolese Antonio Ferro –. In un momento in cui grandi marchi italiani sono finiti in mani estere, occorre adottare tutte le misure necessarie per garantire la trasparenza».

E rincara: «Su bottiglie di extravergine ottenuto da olive straniere è quasi impossibile leggere le scritte ‘miscele di oli di oliva comunitari’ o ‘miscele di oli di oliva non comunitari’, obbligatorie per legge sulle etichette, ma scritte in caratteri molto piccoli. Inoltre bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono spesso vendute con marchi italiani». Un consiglio? «Acquistare extravergini a denominazione di origine Dop oppure direttamente dai produttori». Così, gli imprenditori agricoli del territorio si candidano a rilanciare il settore, compromesso quest’anno dagli attacchi della mosca dell’oliva e dal clima risultato negativo per l’olivicoltura, ma non solo, come del resto sappiamo. Questa rinascita nell’imolese «è anche merito della dieta mediterranea di cui l’olio fa parte – ha sottolineato il docente universitario Giovanni Lercker –, grazie ai contenuti di grassi monoinsaturi e di polifenoli, importante per proteggersi dalle malattie cardiovascolari e nella prevenzione dei tumori».