Smog, Imola peggio di Bologna. E il 2016 parte male

Sono già nove gli sforamenti ai limiti di pm10 consentiti dalla legge

Qualità dell'aria

Qualità dell'aria

Imola, 31 gennaio 2016 - E’ una gran brutta  aria quella che tira in città dall’inizio dell’anno. In questo primo scorcio di 2016, sono già nove gli sforamenti ai limiti di pm10 consentiti dalla legge. E Imola, evento più unico che raro, con la centralina di viale De Amicis fa peggio perfino di Bologna, dove i superamenti ai livelli delle polveri sottili si sono fermati a quota 8 (Porta San Felice), 7 (Giardini Margherita) e 6 (via Chiarini).

Colpa delle auto, dei camini e dei riscaldamenti troppo accesi nonostante le temperature tutt’altro che polari. Ma soprattutto dell’ormai cronica scarsità di pioggia (che seppur fastidiosa ha il merito di ‘lavare’ l’aria) e, in misura minore, dei venti deboli.

Per avere un'idea di quanto grave sia la situazione sul Santerno, basti pensare che, in tutto il 2015, a Imola gli sforamenti erano stati 19, a fronte di un tetto massimo di 35 giornate l’anno. Ora, con undici mesi ancora davanti, siamo già quasi alla metà. Roba che non accadeva anni. Difficile persino da credere, nell’epoca delle pedonalizzazioni e delle auto a Gpl e metano.

Eppure i bollettini di Arpa (Agenzia regionale prevenzione, ambiente ed energia) parlano chiaro. Giovedì 28 gennaio, ultima giornata per la quale sono disponibili rilevazioni analitiche, il livello di pm10 nell’aria, sempre in viale De Amicis, è stato altissimo: 76 microgrammi per metro cubo in media (il limite consentito è 50) nelle 24 ore. Ancora una volta, un dato più alto persino di quello di Bologna, dove pure nel 2015 la situazione inquinamento è stata decisamente più complicata rispetto a quella imolese.

A testimonianza della gravità della situazione, proprio in questi giorni Legambiente Emilia-Romagna è tornata a chiedere provvedimenti alla Regione e al Governo.

«Negli ultimi 10 giorni i livelli di inquinamento sono tornati a salire, con sforamenti consecutivi in tutte le città – ricordano dall’associazione –. Gli effetti del persistere di una pessima qualità dell’aria nell’arco di anni ha effetti sia acuti che cronici sulla salute di adulti e bambini e non solo: il particolato atmosferico fine aumenta la probabilità di basso peso alla nascita, rendendo i neonati più vulnerabili a livello respiratorio e neurologico».

«Alla luce di queste evidenze – proseguono dall’associazione –è indispensabile che gli assessorati regionali all’Ambiente e alla Salute lavorino in stretta sinergia, adottando con urgenza misure che salvaguardino la salute dei cittadini della nostra regione».