Da Imola alla sua Tirana: Irdi è fra i semifinalisti di Masterchef Albania

Keci ha 22 anni e vive sotto l’Orologio da 11

Irdi Keci, 22 anni, davanti a una Mistery Box durante una puntata di Masterchef Albania

Irdi Keci, 22 anni, davanti a una Mistery Box durante una puntata di Masterchef Albania

Imola, 4 febbraio 2015 - LA SUA PAURA più grande? Che gli chiedano di cimentarsi nella cucina tipica albanese perché lui – Irdi Keci, 22 anni dei quali 11 trascorsi sotto l’Orologio lontano dal Paese delle aquile – ormai ha «la mano italiana». Eppure, a Tirana, Irdi è già una star perché rientra tra i quattro semifinalisti della trasmissione MasterChef Albania.

Sabato andrà in onda la semifinale dalla quale usciranno i due semifinalisti che poi si contenderanno il titolo e Irdi punta al grande risultato, forte del suo diploma all’Alberghiero Scappi di Castel San Pietro e della sua esperienza in tanti ristoranti emiliano-romagnoli.

«Vivo a Imola da 11 anni con i miei genitori – racconta –, da quando facevo la seconda media. Nell’ultimo periodo lavoravo al Donatello, ma ho dovuto lasciare perché le registrazioni di MasterChef si tengono a Tirana una volta ogni due settimane». Troppi giorni d’assenza quindi per una sfida iniziata quasi per gioco. «A ottobre ho visto la selezione online e mi sono iscritto – spiega –, quasi per gioco. A differenza della versione italiana, quella albanese è riservata a chi la professione la pratica già. Siamo partiti in 28 e siamo rimasti in quattro, chissà».

L’ultima prova, vinta con un filetto di vitello «nel miglior albergo di Pristina», gli ha garantito il via libera alle semifinali. «A Tirana ho portato la mia esperienza nella cucina italiana e la mia ‘mano romagnola’ – va avanti –. Pasta e risotti sono molto apprezzati. Cerco di unire i gusti che ricordo albanesi riadattandoli con quello che ho imparato in Italia. Della cucina albanese non so quasi nulla, sono molto diverse non solo le ricette ma soprattutto gli ingredienti». Qualche lezione accelerata la madre di Irdi sta tentando di dargliela, ma ormai il tempo è poco.

 

«ANCHE dovesse andare bene non è mia intenzione rimanere a Tirana – precisa Irdi –. Vorrei aprire qualcosa di mio a Imola o dintorni. Amo il finger food, realizzare cene importanti per poche persone, piatti curati. Ho lavorato a Villa Rota, a Ravenna, per matrimoni e catering. Mi sento pronto».

L’ultimo scoglio, però, è quello dei giurati. «La terna assomiglia a quella italiana – dice –: c’è quello che si intende di dolci e vini, quello con il ristorante stellato e quello che insulta i concorrenti». Insomma, è un po’ come sentirsi in Italia, con un vantaggio: «Sulla mia pagina da concorrente MasterChef ricevo tantissimi messaggi di ragazze».