Springsteen, l’autodromo non cala il sipario: "Si lavora a una terza data"

Selvatico Estense (Formula Imola) non molla: "Vogliamo un grande evento"

Uberto Selvatico Estense, presidente di Formula Imola

Uberto Selvatico Estense, presidente di Formula Imola

Imola, 3 febbraio 2016 - Uberto Selvatico Estense, presidente di Formula Imola, tra le tappe italiane del tour europeo di Bruce Springsteen annunciate ieri da Barley Arts, il 3 luglio a Milano e il 16 a Roma, non c’è l’autodromo.

«Ma Claudio Trotta (storico promoter e fondatore della società di eventi, ndr) mi ha già comunicato che sta lavorando a una terza data. Ha parlato sempre di luglio, anche se a questo punto mi piacerebbe che una comunicazione ufficiale arrivasse da lui».

Da parte vostra c’è un po’ di delusione? In città l’attesa era tanta.

«Lottiamo come tutti per avere la possibilità di portare qui artisti di livello. Certo non siamo solo noi a volerli, come Springsteen non è l’unico con il quale si sta parlando. Credo che alla fine siano proprio i cantanti ad avere la parola definitiva sulle scelte rispetto ai promoter. E Roma e Milano, in questo senso, sono palcoscenici davvero importanti».

Cosa paga l’autodromo di Imola, rispetto al Circo Massimo e a San Siro? Lo scorso anno, lento deflusso a parte, con i 92mila per gli AC/DC e l’organizzazione Barley Arts tutto sembrava essere andato per il meglio.

«Quel concerto lasciò tutti a bocca aperta. Non solo a Imola. Nessuno si aspettava un risultato così. Penso proprio sia entrata in gioco la volontà dell’artista, ma Trotta sta provando a convincerlo che questa città ha un bacino d’utenza molto grande e un’organizzazione ottima. Meglio anche di Roma».

Realisticamente, quante possibilità ha ancora Imola di assicurarsi lo show di Springsteen?

«So solo che Trotta è impegnato a trovare un grande nome da portare qui. E lui sa bene che ci sono anche altri organizzatori in giro. Un po’ di sana competitività è stata messa in gioco».

Cosa prevede il contratto triennale che avete firmato con Barley Arts nel 2015?

«L’impegno di fare almeno un concerto l’anno a Imola».

Altrimenti, ci sono penali?

«No, sarebbe stato impossibile inserirle. Ma si perde l’esclusiva. Per l’autodromo vogliamo partner affidabili, come per i motori. Ma a differenza del mondo sportivo, in quello della musica è tutto più aleatorio. Mordi e fuggi».

Springsteen, c’è un piano B? Si parla di un evento dalla portata ridotta.

«Siamo al lavoro ogni giorno, ma concerti più piccoli non fanno al caso nostro. Per manifestazioni con 5/10mila persone bastano i palazzetti dello sport. Lì quei numeri sono già un successo».