Il corpo carbonizzato è di Pietro Sarchiè: ucciso con un colpo alla testa

Il delitto è stato particolarmente efferato: il cadavere poi è stato bruciato. E' stata la fede nuziale a permetterne il riconoscimento. Le indagini non escludono alcun movente, da quello economico a quello passionale. Il procuratore Giorgio: "Omicidio simbolico" (FOTO)

San Severino (Macerata), il ritrovamento del cadavere carbonizzato di Pietro Sarchiè (Foto Calavita)

San Severino (Macerata), il ritrovamento del cadavere carbonizzato di Pietro Sarchiè (Foto Calavita)

Macerata, 6 luglio 2014 - E’ stata la fede nuziale, ancora infilata al dito, a dare la certezza che il cadavere carbonizzato ritrovato sotterrato ieri nella Valle dei Grilli, a San Severino, appartenesse a Pietro Sarchiè. L'uomo era scomparso da San Benedetto del Tronto il 18 giugno.

E' stato vittima di una vera e propria esecuzione: infatti, l'uomo ha un foro provocato da un colpo d'arma da fuoco alla testa. Confermato anche il fatto che il cadavere è stato bruciato. Dagli elementi a disposizione, gli inquirenti sostengono che si è trattato di un omicidio particolarmente efferato. Il corpo era stato infilato in un sacco di plastica per l'immondizia e ricoperto di terra (non è stata scavata una fossa) e con un vecchio materasso sopra. Nonostante questo, gli animali selvatici si sarebbero accaniti sul cadavere, a cui mancherebbero le braccia.

 La famiglia non è stata ancora convocata per l'identificazione del cadavere. L'autopsia sarà eseguita mercoledì dal medico legale Adriano Tagliabracci. A fare la macabra scoperta del corpo senza vita di Sarchiè sono stati i carabinieri impegnati ieri in una battuta a piedi in una zona dove gli autovelox avevano ragistrato il passaggio del furgone dello scomparso. Dopo aver avvertito un odore forte hanno chiesto il soccorso di alcuni operai che con una ruspa hanno sollevato la terra. E' così emerso il cadavere dell’uomo che oggi si conferma essere di Pietro Sarchiè.

L’uomo, il giorno in cui aveva fatto perdere le sue tracce, si era rifornito di pesce e si era poi diretto verso il Maceratese dove abitualmente faceva le consegne. L'ultima era stata a Sefro, ad una ventina di chilometri di distanza da San Severino Marche.

Si pensa che Sarchiè sia stato ucciso altrove, ma sempre in quell'area, il giorno stesso della scomparsa e portato poi - forse uno-due giorni più tardi - in località Valle dei Grilli, dove è stato trovato. Tutto fa comunque pensare a un omicidio premeditato. Del furgone con cella frigorifera su cui il commerciante trasportava il pesce destinato ai clienti della zona non c'è traccia, come pure del suo telefono cellulare, che risulta inattivo dal 18 giugno, quando l'uomo ha fatto perdere le proprie tracce. Sarchiè lavorava da 30 anni in quella zona, e aveva una clientela fissa e consolidata. Le indagini non escludono alcun movente: da quello economico a al movente passionale.

E' un delitto anomalo, "e anche simbolico". Questa l'idea del procuratore generale di Macerata, Giovanni Giorgio, che sull'aspetto 'simbolico' non vuole però fornire dettagli. Un particolare, in quella che appare come una vera e propria esecuzione, che potrebbe chiarire il movente, ma sul punto Giorgio è categorico. L'assassino, o gli assassini, potrebbero essersi accaniti sul corpo, o aver lasciato un oggetto accanto o sul corpo. Sarebbe una pista utile da seguire in un omicidio che denota - parole del procuratore - "particolare accanimento" e al tempo stesso non è in apparenza giustificato dalla condotta e in generale dalla vita di questo piccolo commerciante, che aveva una "ordinaria situazione" economica, nessun contrasto e men che meno nemici. Eppure ha trovato sulla sua strada un assassino feroce, da tutto motivato fuorché - sembrano convinti gli investigatori - da una rapina.