Macerata, Cantieri Sae e caporalato, la procura apre un’inchiesta

Interviene l’ambasciata. Segnalazione all’Inail. Giorgio: "Più personale per i controlli"

IN PRIMA LINEA Il procuratore capo Giovanni Giorgio (Calavita)

IN PRIMA LINEA Il procuratore capo Giovanni Giorgio (Calavita)

Macerata, 15 dicembre 2017 - La Procura apre un fascicolo sui cantieri delle casette, dopo la denuncia della Cgil, dal cui dossier emergono «infortuni non denunciati, ore lavorate e operai non dichiarati, persone non retribuite, condizioni disumane nei cantieri, forte sospetto di caporalato e rischio di infiltrazioni mafiose». «A seguito delle notizie apparse sui quotidiani circa l’allarme lanciato dalla Cgil – dichiara il procuratore capo Giovanni Giorgio – in merito a presunte, gravi irregolarità, anche di apparente rilevanza penale, avvenute in alcuni cantieri edili costituiti per la costruzione delle Sae nell’Alto Maceratese, ho aperto un formale fascicolo. La tutela dei diritti dei lavoratori rispetto a ogni forma di sfruttamento e di sopruso costituisce una delle essenziali finalità del mio ufficio».

«Sarebbe stato meglio se i rappresentanti della citata organizzazione sindacale avessero segnalato riservatamente i fatti a loro conoscenza ai competenti organi di polizia giudiziaria o a quest’ufficio – sottolinea Giorgio – in modo da consentire lo svolgimento delle opportune indagini senza che i possibili responsabili dei presunti fatti criminosi segnalati ne fossero stati informati preventivamente a mezzo stampa. Sottolineo peraltro che sono già in corso da tempo, a opera della polizia, della guardia di finanza e dei carabinieri, controlli sui cantieri edili, connessi alle costruzioni post sisma».

«Mi rendo conto – afferma Giorgio – che detta attività ispettiva deve essere incrementata con l’apporto di ulteriore personale investigativo specializzato, il cui insediamento in questa provincia spero di ottenere quanto prima». «Abbiamo spedito alla ditta Europa il referto del pronto soccorso che documenta l’infortunio non denunciato del romeno – dice Daniel Taddei, segretario provinciale Cgil – e portato la ricevuta all’Inail, dovrebbe scattare almeno la sanzione per la ditta. Abbiamo anche informato il servizio ispettorato Inps». Sempre ieri, «siamo stati contattati dall’ambasciata romena – fa sapere Taddei –, che ci ha ringraziato per avere tirato fuori la situazione del presunto caporalato (i lavoratori romeni sarebbero reclutati in Romania e portati fin qui su dei furgoni), e precisando che da tempo l’ambasciata è impegnata per contrastare il fenomeno insieme con il governo italiano. Comunque è arrivata una mail dal consorzio Gips con la richiesta di un incontro, lunedì alle 11 a Muccia. Ad Arcale, che dice che tutto va bene e non c’è lavoro nero, chiediamo di sapere quali ditte aderiscono a In.Tech e con quali lavoratori». «Sicuramente ad Arcale chiederemo conto di tutti i ritardi – dichiara Angelo Sciapichetti, assessore regionale alla Protezione civile –. Chiederemo ogni danno possibile. Ma prima, è necessario che finiscano i lavori, la priorità è la consegna delle casette. Chiediamo il massimo dei controlli, ma non spetta a noi farli. Sul rischio di infiltrazioni mafiose alziamo la guardia, non solo per i cantieri, ma per la ricostruzione, per cui sono in arrivo milioni e poi milioni di euro».