Omicidio in Sardegna, il 19enne crolla e confessa

Negoziante uccisa, Simone Delussu in lacrime davanti al giudice: "Per me è una liberazione"

Simone Delussu ha confessato l’omicidio della commerciante cinese Lu Xian Cha

Simone Delussu ha confessato l’omicidio della commerciante cinese Lu Xian Cha

Valfornace (Macerata), 22 agosto 2017 – Ha ammesso di essere stato lui a uccidere a coltellate Lu Xian Cha, commerciante cinese di 37 anni, lo scorso 10 aprile a Budoni, in Sardegna. Il 19enne di Valfornace (domiciliato a Camerino) Simone Delussu ieri, durante un interrogatorio di tre quarti d’ora davanti al giudice del tribunale di Ascoli Annalisa Giusti, ha confessato. «Era un peso troppo grosso, che non riuscivo più a sostenere, per me è una liberazione e finalmente inizio ad espiare», avrebbe detto al gip durante l’interrogatorio per rogatoria.

A spiegarlo è uno dei due avvocati che difendono il ragazzo, Chiara Madia (l’altro è il padre, Giuseppe Madia, entrambi del foro di Roma ma residenti a Camerino). «Si è assunto la propria responsabilità – spiega il legale –. Ieri è crollato emotivamente dicendo tra le lacrime come per lui fosse una liberazione, come se si fosse tolto un peso dal cuore. Ha tentato due o tre volte in passato di andare in caserma per costituirsi, ma ha avuto paura. Ha una situazione familiare pesante, grossi problemi che non giustificano certo il gesto compiuto. Ma il ragazzo, con una vita d’inferno, è stato praticamente abbandonato da tutti, eccetto lo zio che ha l’allevamento a Camerino». Da lui infatti (all’oscuro dell’omicidio, come gli altri familiari interrogati) si era rifugiato Delussu non appena compiuto il delitto. Il 19enne, secondo quanto riferito dai legali, avrebbe un padre alcolista e una madre che sarebbe andata via di casa quando era piccolo. Figlio di genitori separati, dopo la scossa del 30 ottobre, aveva lasciato Pievebovigliana (oggi Valfornace) per andare in Sardegna. Per un breve periodo è stato ospite della zia proprio a Budoni, con il padre agricoltore a Irgoli e la madre trasferitasi a Reggio Calabria con un nuovo compagno.

«Aveva trovato un lavoro di manovalanza come aiuto cuoco in vista della stagione estiva, essendo Budoni una località balneare, di villeggiatura – continua l’avvocato Madia –, ma la zia l’ha cacciato di casa per darla in affitto. E lui aveva bisogno di soldi per restare lì e andare avanti. Così ha deciso di commettere la rapina ai danni del negozio di abbigliamento di Lu Xian Cha. Non essendo un rapinatore di professione né un killer, incensurato, quando la donna ha iniziato a urlare è andato in cortocircuito e, per paura di essere scoperto, perché l’aveva visto in volto, ha iniziato a colpirla. Ha detto di non ricordare bene quei momenti, ma non c’era intenzione di ucciderla. Quando è scappato, pensava fosse ancora viva: è inciampato sul suo corpo, è uscito gettando i pantaloni tra i rovi senza bruciarli e ha lasciato il coltello sul posto».

L’arma e le tracce di dna, insieme alla visione dei filmati in cui indossava gli stessi pantaloni, hanno portato i carabinieri a lui. «Si sente mortificato, da quel giorno non dorme», conclude il legale. Ora si attendono le scuse alla famiglia della vittima. A breve Delussu verrà trasferito dal carcere di Marino del Tronto e condotto in uno sardo, perché il processo è di competenza del tribunale di Nuoro. Il processo di primo grado dovrebbe avvenire tra l’autunno e l’inverno. Se il pm dovesse chiedere il giudizio immediato, gli avvocati Madia potrebbero domandare a loro volta il rito abbreviato.