'Pasta del Conero' sotto inchiesta, la replica dell’azienda

"Nessun raggiro, è un prodotto di qualità", scrivono i legali

Frode alimentare, nei guai un produttore di pasta fresca di Matelica (Foto d’archivio Ansa)

Frode alimentare, nei guai un produttore di pasta fresca di Matelica (Foto d’archivio Ansa)

Macerata, 22 ottobre 2016 - "Nessun inganno, nessuna frode, ma solo una pasta di qualità prodotta come tante altre nelle Marche". È il commento dell’ufficio legale dell'azienda finita sotto inchiesta della Procura di Macerata, dopo i controlli del Corpo Forestale dello Stato, che hanno accertato che della pasca fresca indicava nell’etichetta la dicitura 'La Pasta del Conero', ma era stata realizzata con grano canadese e messicano.

"Ci riserviamo quindi di parlare con la Procura della Repubblica che procede per i doverosi approfondimenti - si legge in una nota - ma intanto ci preme informare i consumatori che negli accertamenti effettuati a seguito dell’indagine condotta dalla Stazione Forestale del Conero e dalla Sezione della Polizia Giudiziaria presso il Tribunale di Macerata è risultato come: ‘non sia stato rilevato nessun illecito per quanto riguarda la qualità e la salubrità delle materie prime e dei prodotti dell’Azienda".  

Inoltre "per quanto concerne l’asserita comunicazione ingannevole attraverso il marchio Pasta del Conero è fondamentale portare a conoscenza dei lettori di come l’Asur Marche, con Ordinanza n. 17 del 2016 abbia ordinato l’archiviazione del procedimento iniziato nei confronti dell'azienda relativamente all’uso del marchio Pasta del Conero non ritenendolo ingannevole, con la motivazione che testualmente si riporta "visto il parere espresso dalla Commissione istituita con Determina n. 165 del 2012 dal Direttore Generale dell’Asur che anche a seguito dell’intervenuta audizione del 25 settembre 2015 ha accolto gli scritti difensivi ritenendo che diversa è la funzione del marchio rispetto all’etichetta. La normativa prevede invece che le specifiche informazioni, come il luogo di produzione debba essere indicato nell’etichetta". Quindi - sottolinea l’ufficio legale - "nessun inganno, nessuna frode ma solo una pasta di alta qualità prodotta, come tante altre, nel nostro territorio".