Macerata, accoglienza per 1.098 profughi. I nuovi non andranno nei Comuni del terremoto

Ospitalità da luglio a dicembre: chiesta disponibilità per altri 427

Macerata, i profughi arrivati a gennaio (foto Calavita)

Macerata, i profughi arrivati a gennaio (foto Calavita)

Macerata, 20 giugno 2017 - Profughi in calo, in provincia, dopo il terremoto: sono circa 700 i richiedenti asilo ospitati nei Comuni del cratere, mentre è aperto da fine aprile il bando da 1.098 posti per l’accoglienza e l’assistenza di cittadini stranieri extracomunitari, richiedenti protezione internazionale, in strutture private. Il bando si riferisce all’accoglienza per il periodo del primo luglio fino al 31 dicembre di quest’anno, ma le convenzioni potranno essere rinnovate anche per il prossimo anno, se il Ministero autorizzerà la spesa: sono 21 i milioni di euro pronti per l’accoglienza, questo il totale dell’appalto calcolato su base d’asta di 35,21 euro al giorno per profugo (le offerte dei singoli operatori economici saranno a ribasso).

Dopo il sisma di agosto e ottobre che ha devastato gran parte dell’entroterra maceratese, è stato disposto il blocco dell’accoglienza nei Comuni del cratere. I numeri degli ospitati nei paesi terremotati sono quindi destinati a restare quelli che sono: nove ad Apiro, 20 a Camerino, 110 a Loro Piceno, 259 a Macerata, 17 a Pioraco, 19 a San Severino, 31 a Sarnano, 22 a Serravalle, 68 a Tolentino, 111 a Treia, cinque a Urbisaglia ( in totale 671 profughi già ospitati). «I posti nei Comuni del cratere – spiega la prefettura – sono comunque messi a bando perché i contratti sono scaduti, vanno rinnovati. Non un solo, nuovo appartamento è stato chiesto nei Comuni che rientrano nel cratere».

I richiedenti asilo da sistemare sono quelli ordinari (invii ministeriali), ora che da circa un anno si è concluso il problema degli extra sbarchi, dopo l’ondata di pakistani arrivati autonomamente (chi a piedi chi con mezzi di fortuna) per presentare richiesta d’asilo all’ufficio immigrazione di Macerata: erano stati più di 800 i migranti, tutti pakistani, che presentandosi senza preavviso avevano fatto rapidamente saturare i posti disponibili e collassare il sistema d’accoglienza in provincia. Adesso si lavora con numeri «prevedibili», e in base al calcolo del bisogno, e delle disposizioni stabilite con il piano Anci Ministero dell’Interno, la prefettura ha richiesto le seguenti disponibilità ai Comuni fuori del cratere: 14 posti ad Appignano, 137 a Civitanova, 23 a Montecassiano, 23 a Montecosaro, 12 a Montefano e 12 a Montelupone, 27 a Monte San Giusto, 33 a Morrovalle, 41 a Porto Recanati, 52 a Potenza Picena, 53 a Recanati (tenuto conto di 17 inserite nell’unità Sprar, sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati), per un totale di 427 persone. A breve saranno aperte le buste delle associazioni che hanno partecipato al bando: pare ce ne siano di nuove, oltre alle solite che già si sono aggiudicate l’accoglienza. Si spera che i posti richiesti siano riempiti, la pressione migratoria è forte.

E nella Settimana del rifugiato, che è partita ieri e si concluderà venerdì (la giornata mondiale si celebra oggi, dalle 18.30 conferenza e a seguire docufilm nel cortile di Filosofia), la Prefettura torna a sottolineare come l’organizzazione sia frutto di un dialogo portato avanti con i singoli sindaci. «Prima della pubblicazione del bando – sottolinea la prefettura – tutti i Comuni sono stati ascoltati, e quest’approccio alla condivisione è stato molto apprezzato. Si è spinto per la rete Sprar». I centri d’accoglienza Sprar sono infatti gestiti dai Comuni e finanziati quasi interamente (95%) dallo Stato, solo per il 5% dalle amministrazioni locali, che però non contribuiscono in cash, ma ricavano il contributo attraverso ore di lavoro dei dipendenti o attraverso il costo dell’immobile messo a disposizione.