Tatuatori, corsi obbligatori e controlli sulle attrezzature: arriva la stretta

La Regione detta nuove regole: pronto il ricorso degli operatori

Una tatuatrice all’opera

Una tatuatrice all’opera

Macerata, 26 settembre 2016 - Dovranno mettersi in regola i tatuatori delle Marche con attrezzature e corsi di formazione. E’ quanto stabilito dalla nuova legge regionale su tatuaggi, piercing e dermopigmentazione, che prevede che entro maggio 2018 coloro che possiedono un’attività di questo tipo debbano adeguarsi a nuovi parametri. La risposta alla disposizione non si è fatta attendere e c’è già un ricorso in atto, firmato dall’associazione tatuatori nazionali.

«Siamo contenti che finalmente ci sia una legge che metta tutto in regola, anche i corsi di formazione sono qualcosa che andava sistemato perché c’è ancora chi apre senza qualifica, ma la legge manca di chiarezza», spiega Silvia Torresi, che da dieci anni gestisce il negozio Barbie Slayer Tattoo in via Santa Maria della Porta. «Nemmeno dalla Confartigianato sono riusciti a spiegarci bene come regolarci, soprattutto per via dei cambi strutturali che la legge prevede che vengano fatti. Inoltre, mentre sono uscite le disposizioni riguardanti la messa in regola dei locali, non si sa ancora nulla dei corsi che la legge stessa prevede vengano tenuti».

I tatuatori marchigiani si sono uniti in un’associazione e vengono assistiti dall’avvocato Andrea Dotti, che sta portando avanti il ricorso assieme a Italo Castaldi, legale dell’associazione nazionale tatuatori firmataria del ricorso. In assenza di una legge nazionale sul tema tatoo, ogni Regione si autoregola sul tema ma, spiega Dotti, «il buon senso suggerirebbe di andare a leggere anche le normative delle altre Regioni, alcune delle quali sono infatti incappate negli stessi errori che abbiamo riscontrato in questa legge e che potevano essere evitati».

Diversi, secondo i ricorrenti, sono i punti da rivedere, in particolare «il discorso sulla tossicità dei colori, che dal 2018 sarà obbligatorio indicare sui prodotti. Ma non si può dichiarare la tossicità di un prodotto che, di fatto, non lo è. ma può diventarlo solo se il soggetto presenta un’allergia particolare: dovrebbe essere lui, e non il tatuatore, ad avvisare del problema. Riguardo la formazione invece, la Regione ha violato la sua stessa norma poiché aveva espresso che gli aspetti relativi ai corsi avrebbero avuto un solo regolamento e invece, nell’arco di un mese e mezzo, ne sono usciti due diversi. Fino all’altro ieri questa era un’attività in cui regnava quasi l’anarchia. Invece di semplificare le cose, la legge le complica».