Terremoto a Ischia, Marilena morta nel crollo del solaio

La 65enne di Monte San Giusto aveva lavorato come infermiera a Recanati. La figlia è partita da Civitanova per l’isola

Marilena Romanini

Marilena Romanini

Macerata, 23 agosto 2017 - «Marilena non c’è più. Non posso crederci. Era tanto gentile, era tanto bella. Sorrideva sempre». Non si dà pace Mario Cicchitelli, ex compagno di una delle due vittime del terremoto di Ischia, che alle 20.57 di lunedì, con una scossa di 4.0 gradi ad appena cinque chilometri di profondità, ha buttato giù sette palazzi sull’isola di Ischia: in uno di questi, c’era Marilena Romanini, 65 anni, residente a Monte San Giusto, che in quel momento si trovava lì a casa di un’amica.

Originaria del Bresciano, Romanini si era trasferita da circa cinque anni a vivere sull’isola, mentre prima abitava a Monte San Giusto, in via Vittorio Emanuele, dove aveva acquistato una casa e dove formalmente era ancora residente. Lascia una figlia, che a Civitanova Alta gestisce una palestra insieme con il marito, del posto, e un figlio più grande, che vive ancora nel nord Italia. Aveva lavorato come infermiera all’ospedale di Recanati, nel reparto di pediatria, e per un periodo anche a Civitanova, tra gli anni ‘90 e fino a qualche anno fa. Era a riposo da parecchio tempo. Era conosciuta anche come pranoterapeuta, nella zona tra Civitanova e Montecosaro.

Romanini è una delle due vittime (l’altra è una donna ischitana) di un terremoto che ha causato anche 43 feriti e 2.600 sfollati, per ora, e un esodo di massa dei turisti nonostante le rassicurazioni. Romanini sarebbe stata l’ultima a essere tirata fuori dalle macerie perché era chiaro ai soccorritori che fosse già deceduta (anche gli strumenti dei vigili del fuoco non registravano più segnali di vita sotto le macerie del palazzo in cui si trovava Romanini): la 65enne si trovava al piano terra della casa, è morta schiacciata dal solaio. La zona è quella di piazza Maio, sotto il monte Epomeo.

«Non stava tanto bene – racconta Cicchitelli –, l’ultima volta che l’ho sentita al telefono, circa un anno fa, mi ha detto che aveva molti dolori alle ossa e che però, per fortuna, lì aveva le terme. Aveva sempre il sorriso sulle labbra, era sempre allegra, la ricorderò così. Si era trasferita a Monte San Giusto tanti anni fa, per stare più vicina alla figlia che vive a Civitanova. Andava spesso a trovarla. Marilena aveva anche due o tre nipotini». Ha le lacrime agli occhi, Cicchitelli: «Mi dispiace tanto che sia morta, e poi in questo modo, così brutto – prosegue l’ex compagno –, ero molto affezionato a lei. Non la dimenticherò facilmente». Romanini amava i gatti. «Me ne ha lasciati due», dice Cicchitelli.

In paese molti ricordano il suo camper, e ricordano quanto le piacesse viaggiare. «La conoscevo abbastanza bene – sottolinea Mauro Aliberti, fotografo del paese –, si fermava spesso qui allo studio a fare due chiacchiere, era molto amichevole». «Si prendeva cura dei gatti abbandonati – ricorda Teresa, la vicina di casa –, se li portava a casa, li accudiva. Avevamo questa passione in comune. Era una bellissima donna». E adesso, oltre alla gestione dell’emergenza per gli sfollati e le cure ai feriti, dopo la gioia per il miracolo dei fratellini salvati (tre i bambini estratti vivi dalle macerie) si lavora anche per capire le responsabilità e se quelle costruzioni potevano dirsi abusive. «Non sappiamo se quella casa fosse abusiva, verificheremo anche questo», sottolinea Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, in merito al crollo della casa dove ha perso la vita Romanini.