Delitto Sarchiè, il figlio di Farina in silenzio davanti al procuratore

Sia il 19enne Salvo che il padre, nei guai per concorso nell’omicidio del 62enne, si sono però sottoposti a prelievi di saliva e capelli per la mappatura del Dna (FOTO)

Giuseppe e Salvatore Farina in Procura (foto Calavita)

Giuseppe e Salvatore Farina in Procura (foto Calavita)

Macerata, 24 luglio 2014 - Si è avvalso della facoltà di non rispondere il diciannovenne Salvo Farina, accusato con il padre dell'omicidio del commerciante sambenedettese Pietro Sarchiè. Ieri pomeriggio si è presentato nell'ufficio del procuratore capo di Macerata (FOTO), Giovanni Giorgio, per l'interrogatorio, ma ha preferito non parlare.

Sia lui sia il padre però si sono sottoposti ai prelievi di saliva e di capelli, per consentire la mappatura del loro Dna. "Si sono sottoposti volontariamente a questi prelievi - hanno spiegato poi gli avvocati difensori Marco Massei e Mauro Riccioni - perché non hanno nulla da nascondere. Entrambi assicurano di non avere nulla a che fare con l'omicidio. Purtroppo però questa accusa li sta mettendo in difficoltà: da tre settimane non incassano un euro, e il loro furgone, sotto sequestro, non sarà restituito a breve. Per questo, dopo l'interrogatorio, torneranno in Sicilia per provare a trovare un'occupazione". Da lunedì, disposti dalla procura, saranno svolti nuovi accertamenti sulla salma della vittima, alla ricerca di ulteriori indizi utili all'inchiesta. Agli accertamenti tecnici parteciperanno anche i difensori degli indagati, che nomineranno anche propri consulenti.