Sarnano in lutto per il funerale di Lorenzo: «Sarai il nostro angelo custode»

Ieri l’addio a Lorenzo Giannini FOTO

Lorenzo Giannini  in uno degli ultimi scatti postati sulla sua pagina Facebook

Lorenzo Giannini in uno degli ultimi scatti postati sulla sua pagina Facebook

Sarnano (Macerata), 10 maggio 2015 - Un ultimo saluto (FOTO) in punta di piedi, nel suo stile, quello dato a Lorenzo Giannini, lo studente dell’Ipsia Ercole Rosa che avrebbe compiuto 19 anni a novembre. Stroncato giovedì sera da un male incurabile, che se l’è portato via in pochi mesi. Il calvario era iniziato a gennaio, quando aveva scoperto di avere un linfoma. Ieri la chiesetta di Schito, frazione in cui viveva, era piena come non mai. Tutti intorno a mamma Maura, babbo Romeo e al fratello 22enne Daniele, perché Lorenzo si sapeva far volere bene e mancherà tanto. «Ci mancherà vederti ogni mattina quando bevevi il caffè appoggiato al termosifone – hanno detto i compagni di classe tra le lacrime –, quando giocavamo a tresette, la tua felpa nera e i jeans. Ci mancheranno la tua timidezza e le tue battute pessime. Quando ci aiutavi nei compiti e sembravi una banca, perché venivamo tutti da te a ricreazione se non avevamo i soldi. Ma tu non lo rivolevi mai indietro. Prepareremo gli esami di maturità come se ci fossi anche tu, perché sappiamo che ci rimarrai sempre vicino».

La speranza e la certezza che Lorenzo sia già un angelo custode, un protettore che veglia sugli amici e sulla famiglia è condivisa dall’intera comunità, a partire dal preside dell’Ipsia Maurizio Cavallaro, fortemente commosso. «Innanzitutto ringrazio i genitori per averci dato la possibilità di conoscere un ragazzo come lui. Con me, gli insegnanti e il personale della scuola, che è un po’ come una grande famiglia – ha ricordato – è sempre stato educato e gentile. Tanto che agli scrutini dicevamo spesso che studenti come Giannini andavano clonati. Era il migliore, con un cuore ricco di sentimenti positivi e tanta serenità d’animo, ha avuto una vita breve, ma piena. E da oggi ci impegneremo a prendere il suo esempio. Ci protegge da lassù e l’aria già profuma di lui».

Il fatto che la morte di Lorenzo sia stata una lezione di umanità è stato evidenziato nell’omelia anche da don Marcello Squarcia, suo ex docente, che ha avvicinato il ragazzo alla figura di Lazzaro. «Lorenzo ha vinto la morte, la pietra è stata spostata – ha dichiarato –. Piangere oggi è umano, ma non possiamo salutare questo ragazzo solo nel pianto e nel silenzio, dobbiamo gridare la bellezza della sua vita, ringraziare Dio di aver avuto il dono di conoscere la bontà e la semplicità di Lorenzo. Era sicuro, umile e determinato e i compagni in difficoltà lo cercavano proprio perché sapevano di poter contare su di lui». Un addio fatto di poche parole, semplice ma vero, nella convinzione che «Lori è già un angelo».