Le imprese continuano a chiudere: nel Maceratese il dato peggiore

L’analisi di Movimprese/Unioncamere elaborata dalla Cgia, nel terzo trimestre sono 34 le attività scomparse

Pensione anticipata per 94 lavoratori dell'AnsaldoBreda (foto archivio)

Pensione anticipata per 94 lavoratori dell'AnsaldoBreda (foto archivio)

Macerata, 30 ottobre 2014 - Nel terzo trimestre del 2014 le Marche hanno perso 105 imprese, delle quali 34 solo nel Maceratese. E quanto emerge dall’analisi di Confartigianato Imprese Macerata sulle rilevazioni diffuse da Movimprese/Unioncamere. Nella Regione – entrando nel dettaglio – le imprese artigiane attive al 30 settembre risultano essere 48.125: nel trimestre si è avuto un saldo negativo pari a - 105 (tasso di crescita – 0,25%), frutto di 623 nuove iscrizioni e di 728 cancellazioni. Tali cifre sono le risultanti dei saldi relativi rispettivamente alla provincia di Ancona (175 nuove iscrizioni, 201 cessazioni, saldo pari a – 26, con tasso di crescita – 0,21%), di Ascoli Piceno (72 iscrizioni, 84 cessazioni, saldo - 12 con tasso di crescita corrispondente a –0,20%), di Fermo (94 nuove iscrizioni, 103 cessazioni, saldo –9 con corrispondente decrescita pari a –0,13%), di Pesaro Urbino (125 nuove iscrizioni, 149 cancellazioni, saldo di –24 con decrescita sul trimestre precedente pari a –0,21%) e di Macerata (nuove iscrizioni pari a 157, cessazioni pari a 191 con un saldo di – 35 imprese cui corrisponde un tasso di crescita del – 0,31%). Quello di Macerata, nel trimestre considerato, è il dato peggiore della regione (praticamente un terzo delle aziende perse in regione sono maceratesi).

In particolare, in provincia di Macerata, nel terzo trimestre 2014, le imprese attive si attestano a quota 11.127 Un rapido sguardo alle variazioni registrate dai più significativi comparti mostra che presentano il segno meno le categorie delle costruzioni (- 23), delle pelli/calzature (- 14), del legno e della riparazione auto/moto (- 2), del metallo, della riparazione beni per la casa ed uso personale, dei servizi alla persona (- 1); stazionari risultano i comparti dei servizi alla ristorazione e del mobile, mentre lievi incrementi si registrano nelle categorie dell’alimentazione (+ 4), del tessile/abbigliamento (+ 3) e dei trasporti (+ 2). E’ interessante rilevare che, da fine 2008 ad oggi nella nostra provincia il numero di imprese artigiane è sceso da 11.910 a 11.127 con una perdita di 783 imprese (- 5,10%), con contrazioni marcate soprattutto in alcuni comparti quali quello del tessile/abbigliamento dove si sono perse 63 imprese (- 18%), dei trasporti (perse 107 aziende, pari al – 15%), quello del legno (- 35 imprese, contrazione pari a – 12%), quello delle pelli/calzature (- 149 aziende pari al – 10% del settore), delle costruzioni (- 257 corrispondenti a – 6%). «Questi dati – dichiara il presidente provinciale della Confartigianato di Macerata Renzo Leonori – ci confermano purtroppo che la crisi economica, i cui primi effetti si sono avuti nel 2008, ancora non è stata superata. Drastica riduzione dei consumi delle famiglie, forte aumento sia delle tasse sia del peso della burocrazia e la restrizione del credito sono tra le cause che hanno costretto (e stanno ancora costringendo) moltissimi artigiani a gettare la spugna. E la cosa più grave è che gli stessi, non potendo contare su nessun ammortizzatore sociale, dopo la chiusura dell’attività non hanno trovato nessun altro impiego e sono quindi andati ad ingrossare il numero dei senza lavoro, portandosi appresso i debiti accumulati negli ultimi anni di attività insieme ad un futuro tutto da inventare».