Delitto Sarchiè, la compagna di Seminara dice tutto. Il procuratore: "Parole cristalline"

La donna sfila fra i testimoni. I legali di Farina: «lui non c’entra» di Paola Pagnanelli

Giuseppe Farina, indagato per l'omicidio di Sarchiè (foto Calavita)

Giuseppe Farina, indagato per l'omicidio di Sarchiè (foto Calavita)

Macerata, 11 luglio 2014 - «UNA TESTIMONIANZA lineare, con dichiarazioni cristalline, come fanno i marchigiani». Il procuratore capo Giovanni Giorgio non ha voluto dire di più in merito a quanto detto dalla convivente di Santo Seminara, indagato per concorso in occultamento di cadavere e favoreggiamento. Ma a quanto sembra, la donna avrebbe aggiunto dei tasselli importanti nella ricostruzione degli inquirenti sull’omicidio di Pietro Sarchiè, il commerciante sambenedettese scomparso da casa il 18 giugno e ritrovato, ormai senza vita, sabato scorso nella campagna di San Severino (FOTO).
 

Il principale indagato, per i reati di omicidio e occultamento di cadavere, è un concorrente della vittima, Giuseppe Farina, catanese di 40 anni, residente nella frazione Seppio di Pioraco. Da due anni Farina, che prima aveva un’impresa edile, aveva messo su un’attività di commercio ambulante di pesce (regolarmente autorizzata dal Comune, e non abusiva come invece riportato ieri), che gestiva con il figlio, spostandosi tra Pioraco e Castelraimondo. «Ma lui è sereno, sebbene chiuso in se stesso dopo un’accusa così grave, e assicura di non avere nulla a che fare con l’omicidio  spiega l’avvocato difensore Marco Massei La mattina del 18 giugno era al lavoro, come sempre, con il figlio, e diverse persone possono testimoniarlo». In casa e nel garage di Farina sono stati sequestrati dei pezzi che proverrebbero dal furgone della vittima, mai ritrovato.
 

«MA QUASI tutti i pescivendoli ambulanti hanno quel modello di furgone Ford  aggiunge l’altro difensore dell’indagato, l’avvocato Mauro Riccioni , anche Farina ne ha uno così. Inoltre lui per hobby ripara le auto, e anche per questo ci sono pezzi diversi di mezzi vari nel suo garage. Io posso condividere la citazione di Carofiglio fatta dal procuratore capo Giovanni Giorgio, ma credo che la storia costruita intorno a Farina presenti degli interstizi fattuali non determinati e non determinabili. In concreto non sono stati trovati reperti davvero rilevanti nella sua disponibilità. Parliamo di una persona che, quando vendeva il pesce, a fine serata lo regalava se era avanzato. In ogni caso, non appena il quadro sarà precisato, faremo anche noi delle indagini difensive. Anche noi vogliamo la verità, per scoprire chi è il vero assassino».

Intanto, i carabinieri hanno sequestrato anche il furgone di Farina, per condurre alcuni accertamenti tecnici. Ed è stato già convalidato il sequestro del materiale trovato nei giorni scorsi in casa sua, in una discarica, in casa dei coniugi Domenico Torrisi e Maria Ansaldi (che stavano per bruciare nella caldaia un pezzo metallico e sono indagati per favoreggiamento) e dentro e fuori dal capannone della EdilMarche a Castelraimondo. In quest’ultimo, sono state trovate tracce di sangue e persino un ricordino della madre di Sarchiè.
 

Paola Pagnanelli