Pellegrini finalmente a casa. "Viaggio da Lourdes durato 50 ore"

Abbracci e saluti alla stazione di Civitanova. "La Madonna ci ha protetto" FOTO Bloccati in stazione

L’arrivo dei pellegrini Unitalsi nelle stazioni delle Marche

L’arrivo dei pellegrini Unitalsi nelle stazioni delle Marche

Macerata, 6 ottobre 2015 – «I disagi sono stati tanti, ma l’Unitalsi è forte e tutto è stato superato con disinvoltura». Don Ubaldo Ripa, uno dei sacerdoti che accompagnava a Lourdes i 560 pellegrini bloccati tra sabato e domenica a Cannes (FOTO) da una tempesta senza precedenti, riesce a vedere il bello anche là dove tutto era tranne che bello.

Il treno con a bordo 560 pellegrini marchigiani (una settantina di maceratesi) tra malati (27 in barella) e volontari – bloccato per circa 18 ore in stazione vicino Cannes – è arrivato a destinazione ieri mattina e si è fermato verso le 10.30 alla stazione di Civitanova, poi a Porto San Giorgio e San Benedetto. Don Ubaldo scherza sull’esperienza e annuncia altri pellegrinaggi, che non sono uno scherzo. «Dal 5 al 12 novembre saremo in Terra Santa». Ma di questi tempi, don Ubaldo, non è pericoloso? «Sì, lo è, ma l’Unitalsi è nata per sfidare i pericoli e portare sollievo ai fratelli che soffrono. I pericoli sono un motivo in più per andare e stare vicini a quella gente».

La vicenda di Lourdes, per lui, una cosa da niente. «È stato un viaggio avventuroso – dice – durato 50 ore invece che 20. Siamo stati costretti a fermarci prima, mentre la tempesta attraversava Cannes. Poi hanno liberato la galleria e siamo passati noi. Tra le grotte di Cannes che davano sul mare, si vedevano all’ancora yacth di lusso e ci abbiamo scherzato sopra: male che vada, torniamo a casa in crociera con quelli. Scherzi a parte, è stata un’esperienza che ha giovato alla nostra fede e ha confermato la grande capacità di adattamento dell’Unitalsi ad ogni evenienza».

Per Giuseppe Pierantozzi, presidente regionale Unitalsi, un viaggio memorabile. «Sono rimasto colpito dalla calma e dalla pazienza, che non è rassegnazione, con cui i malati hanno affrontato i disagi della sosta forzata – dice –. Ci hanno dato un grande insegnamento». Poi si toglie qualche sassolino dalla scarpa. «Il convoglio di 14 vagoni con 560 pellegrini a bordo, tra malati e volontari, è rimasto bloccato per 18 ore prima di Cannes. Poi è ripartito molto a rilento e i pellegrini sono scesi nelle varie stazioni delle Marche, con 4 ore di ritardo».

Enzo Valentini, di Porto Recanati, sottolinea innanzitutto il valore del pellegrinaggio come testimonianza di fede. «È un’esperienza da vivere e non da raccontare – dice –. Lourdes è un luogo di grazia dove si va da pellegrini e non da turisti. Lì si vede tanta sofferenza che tocca tutti, ma è anche un luogo di serenità. Con l’Unitalsi ho visto tanti giovani che con gioia si dedicano alla sofferenza». E poi il racconto di preoccupazioni vissute con disagio senza stracciarsi le vesti.

«Avevo consultato il meteo – dice – e oscuri presagi li ho avuti anch’io. L’acqua veniva giù che non ti dico, penetrava negli scompartimenti e abbiamo dovuto smontare persino la cappellina ricavata in un vagone. Fortuna ha voluto che il blocco dei generatori ci fermasse prima di Cannes, dove i danni sono stati incalcolabili. I francesi non ci hanno fatto mancare niente, viveri, acqua, tutto quel che serviva. Anche Trenitalia, una volta raggiunta Ventimiglia, ci è venuta in aiuto fornendoci sacchetti con viveri. Straordinaria l’opera della Protezione civile».

Alberto Aglieta era il direttore di treno in questo tormentato viaggio. «Disagi tanti, terrore no, non ce n’è mai stato. I pellegrini sono stati tutti bravissimi, semplicemente straordinari gli assistenti che sono stati loro vicini. Anche i barellati hanno superato quelle ore con tranquillità. Lo spettacolo intorno a noi era tragico, con acqua che scorreva a fiumi sulle strade, campi allagati, auto rovesciate, gente disperata. Il presidente Pierantozzi ha organizzato tutto alla perfezione, i medici ci sono stati sempre vicini. Più che dall’acqua, i disagi sono venuti dalle 20 ore di attesa, che hanno determinato stanchezza, non scene di panico. La forza di chi va a Lourdes fa miracoli, anche in questa occasione è stato così».