Punto nascite, stop del Tar. Il comitato: "Merito di 15.000 firme raccolte"

San Severino, accolta la richiesta di sospensiva contro la chiusura. L’assemblea: la battaglia va avanti FOTO L'assemblea pubblica

L’avvocato Marco Massei

L’avvocato Marco Massei

San Severino (Macerata), 30 gennaio 2016 – Questa è la storia di un vascello che naviga senza rotta. E si sa, a navigare senza rotta il naufragio è un rischio che incombe sempre come una spada di Damocle. E forse la tempesta non è più un miraggio perché se questa tempesta la deve scatenare la popolazione, allora si è certamente sulla strada giusta.

È stata partecipatissima, ieri sera, l’assemblea indetta dal comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino contro la chiusura del Punto nascite. Il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dal comitato: la chiusura, decisa dalla Regione, era prevista dal 31 gennaio.

Molte le autorità locali e regionali intervenute all’assemblea, ma importante e apprezzata anche la presenza del senatore Remigio Ceroni e della deputata Patrizia Terzoni. Ad aprire l’incontro sono stati Marco Marchetti e Marco Massei, rispettivamente presidente e vice presidente del comitato.

«Il nostro più grande complimento va a tutte le donne che sono riuscite a raccogliere più di 15.000 firme per la petizione – ha detto Massei –. E grazie a una donna, la presidentessa del Tar, è stata sospesa la determina che sanciva la chiusura del Punto nascita. Perché la determina in questione contiene due errori, di merito e metodo. Uno è quello che io chiamo ‘teorema Ceriscioli’: tutti i punti nascita dove ci sono mille parti sono sicuri, tutti gli altri vanno aboliti. È un offesa all’intelligenza dei marchigiani tanto più se consapevoli che la situazione dell’ospedale di Macerata, al quale noi dovremo rivolgerci, è al collasso».

Sagace e amaramente ironico il discorso di Marco Marchetti: «Questa è una problematica seria, importante e triste. Il nostro ospedale è l’industria più importante della città e la vogliono chiudere. Chi? Un professore di matematica e un dottore laureato in legge. Il problema è che il futuro sarà lo smantellamento dei presìdi perché lui vuole un solo ospedale provinciale. Anche Francesco Comi sa tutto tant’è che ultimamente ha detto pubblicamente che, per evitare le liste di attesa di mesi e mesi, i controlli e i test li devono fare solo le persone che sanno di avere problemi».

Secondo l’onorevole Ceroni, «la nostra regione è una di quelle in cui si vive più a lungo grazie alle tante strutture sanitarie presenti su tutto il territorio. Ritengo che non si possa fare allo stesso tempo il presidente regionale e anche l’assessore alla sanità perché è un tema che merita molta attenzione. Serve una persona responsabile alla quale potersi rivolgere per chiarire i problemi».