Terremoto, torna l’incubo e i ricordi riaffiorano

Meno promesse, meno slogan e più fatti: è la richiesta che vale ancora oggi per i cittadini della Bassa dopo il sisma del 2012, e per le popolazioni colpite ieri dal sisma nel centro Italia SPECIALE: FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Terremoto ad Arquata (Ascoli Piceno)

Terremoto ad Arquata (Ascoli Piceno)

Modena, 25 agosto 2016 - Il boato, la polvere, le macerie, gli sguardi persi dei sopravvissuti, la disperazione e le lacrime di chi, in un attimo, ha perso tutto. E lo choc. Quando la terra trema – come in Centro Italia ieri e come in Emilia 4 anni fa – la paura paralizza e ci si sente persi, incapaci di reagire, in balia della ‘belva’ che dalle viscere della terra ci tiene in ostaggio e detta le sue regole. E’ una sensazione di impotenza e di terrore che ti resta dentro. Non passa mai.

E ieri, guardando l’apocalisse nelle Marche, nel Lazio, in Umbria, tutti gli emiliani, in particolare i cittadini della Bassa (che è stata l’epicentro, per ben due volte, del sisma del 2012) hanno rivissuto quell’incubo.

Era notte anche il 20 maggio di quattro anni fa. E nel cratere come in Centro Italia, all’alba la macchina dei soccorsi era già pienamente operativa, come tutti i cittadini modenesi che si sono prodigati per la loro terra ferita.

Oggi, dopo innumerevoli visite istituzionali, promesse di vicinanza, rassicurazioni della politica, molto resta ancora da fare nei comuni colpiti. In tanti aspettano ancora risarimenti e aiuti. Hanno ragione i sindaci quando dicono che il percorso da fare, per i marchigiani, gli umbri e i laziali sopravvissuti sarà lunghissimo e durissimo. E’ vero: oggi c’è spazio solo per il dolore.

Ma da domani bisognerà rimettersi in piedi per continuare a vivere e a far rivivere il proprio territorio spazzato via dalla furia del sisma. Speriamo che le esperienze passate e gli errori commessi anche qui possano servire e che quelle popolazioni oggi in ginocchio trovino percorsi più snelli e più rapidi. Meno promesse, meno slogan e più fatti. La politica e le istituzioni dovrebbero prendere esempio dalla gente, che in tragedie immani come questa e come quella del 2012, ha dato un esempio di efficienza, di generosità e di umanità che si possono definire solo straordinari.