Modena, aggredita dall’ex marito. "Ora è vittima della giustizia lumaca"

Il legale di una donna: "Il suo persecutore è in libertà e la minaccia"

Una donna vittima di stalking (foto archivio)

Una donna vittima di stalking (foto archivio)

Modena, 2 ottobre 2017 - Era un giorno di primavera, alle porte di aprile. L’ex marito, dopo un banale litigio, aveva afferrato le forbici colpendola al petto e ferendola gravemente. Un’aggressione arrivata dopo una lunga serie di violenze tra le mura domestiche. Per un po’ la vittima è rimasta al sicuro, all’interno di una casa protetta. Poi, però, ha dovuto mettere il lavoro davanti alla propria incolumità, perchè ha una bimba piccola da mantenere. E mentre attende risposte dalla giustizia lumaca vive nel terrore, chiusa all’interno del suo negozio di sartoria, dal quale osserva il suo aggressore mentre le ‘passeggia’ indisturbato davanti agli occhi, non risparmiandole gesti quotidiani di sfida e minaccia.

E’ una situazione quella vissuta dalla giovane mamma che, purtroppo, accomuna tante vittime di violenza nonostante quasi ogni giorno si assista ad un caso di femminicidio spesso, appunto, per mano di ex mariti o fidanzati.

A lanciare l’allarme è il noto avvocato Giovanna Zanolini che difende la giovane donna e che fa presente come, sull’aggressore, pendesse già prima dell’accoltellamento un fascicolo per maltrattamenti in famiglia.

«Nonostante l’abbia colpita con un paio di forbici – spiega la Zanolini – e nonostante sia stato ritenuto un soggetto pericoloso, l’ordine di protezione nei confronti della mia assistita non è stato ancora emesso e questa, purtropppo, è una condizione che accomuna tante, troppe donne vittime di violenza. Una situazione che è sotto gli occhi di tutti: denunce alle quali non vi è pronta risposta da parte delle istituzioni e che spesso si concludono con la morte della donna per mano dell’ex. Ora la mia cliente ha ripreso a lavorare, perchè ha una figlia piccola da mantenere ed è quindi uscita dal percorso di protezione. Non perchè si ‘diverta’ a rischiare ma perchè non può restare nascosta per anni fino a che i giudici non decidono di fare qualcosa. Sperava, una volta uscita dalla casa rifugio, di ottenere subito protezione ma così non è stato. Magistratura e politici – sottolinea la Zanolini – devono farsi carico di questo problema perchè ogni giorno ci scontriamo con questo sistema fallimentare. Alla base del femminicidio, non sempre ma sovente, c’è infatti una falla nel sistema di tutela della vittima: una mancanza alla base». L’avvocato, da anni impegnata nella lotta contro la violenza, fornendo anche consulenza legale gratuita attraverso l’associazione ‘gruppo donne e giustizia’ spiega come la giovane mamma rischi di essere aggredita nuovamente.

«Lui si è trasferito a pochi passi da lei e gira indisturbato, minacciandola. Si esortano le vittime a denunciare poi non si emettono gli ordini di protezione _ tuona - fino a che non ci sono i braccialetti elettronici per gli aggressori come possiamo sapere che questi uomini non si ripresenteranno sotto le loro case?In una realtà come la nostra, che dovrebbe essere virtuosa per la forte presenza di associazioni e tavoli prefettizi, il sistema deve cambiare. E non voglio sapere cosa accade allora in altre parti di Italia...».

Giovanna Zanolini spiega infine come proprio in questi giorni saranno attivate iniziative importanti in tema di prevenzione: «A breve partirà un progetto regionale attraverso il quale daremo vita ad attività di prevenzione già dalle scuole elementari, parlando anche coi genitori dalle classi zero - sei anni. Ci siamo resi conto che la situazione è troppo radicata e parlare solo agli studenti delle superiori non è sufficiente: discuteremo di parità, discriminazioni, stereotipi perchè, purtroppo, si assiste a casi di violenza anche tra bambini piccolissimi».