Modena, si cerca Itan, il cane 'rapito' dai ladri

Modena est, Rino Meletti cerca il cane che si trovava nel furgone rubato

Il meticcio Itan

Il meticcio Itan

Modena, 26 febbraio 2017 - Per l’auto dispiace, è un danno economico anche perché la usiamo per l’attività ma ora per noi l’importante è ritrovare Itan». Per Rino Meletti e la moglie Gloria sono ore di angoscia. Da venerdì sera non dormono perché insieme al figlio stanno cercando disperatamente Itan, un meticcio di un anno incrociato con un pastore tedesco che era bordo del pick up rubato nel pomeriggio davanti all’azienda di famiglia a Modena est. Una manciata di secondi di distrazione è bastata per far entrare in azione un ladro che probabilmente stava studiando le loro mosse.

«Sono uscito dall’ufficio e ho fatto salire il cane sull’auto perché stava piovendo – racconta Rino – ho lasciato le chiavi sul sedile e la portiera aperta, sono tornato indietro, parliamo di tre metri di distanza, il tempo di girarmi per chiudere la porta della ditta e ho sentito la macchina partire. Il cane non ha abbaiato. Io d’istinto mi sono attaccato alla maniglia della portiera, l’auto ha accelerato e io sono caduto». Rino ci mostra le abrasioni sulla mano causate dal trascinamento, poca roba per fortuna, ma la disperazione è tutta nella sua voce quando ci parla di Itan .

«Ce l’abbiamo da qualche mese, l’abbiamo preso da un canile in Sicilia, è un cane buonissimo tanto che non ha nemmeno abbaiato quando è salito il ladro. Ho fatto in tempo a incrociare lo sguardo di quel malvivente, era giovane, forse dell’est Europa». Le telecamere di un’azienda vicina hanno inquadrato un’altra auto parcheggiata nei paraggi che si è avviata contemporaneamente al pick up rubato. Quasi certamente si tratta di un complice: i due avevano studiato da tempo le mosse della famiglia Meletti, a maggior ragione se si sono azzardati a rubare un’auto con un cane di quelle dimensioni a bordo: sapevano cioè che non era aggressivo. La sparizione di Itan ha fatto il giro del web e in queste ore si sono susseguite diverse segnalazioni.

Rino e famiglia le verificano di persona una per una; tra queste c’è quella arrivata da una signora che è convinta di aver visto Itan camminare lungo il ciglio della via Emilia ad Anzola ma non è riuscita a fermarsi per bloccare il cane e verificare i dati riportati sulla targhetta che è attaccata al collare. Itan è dotato di microchip e nella traghetta c’è il numero di telefono dei suoi padroni. «La mia speranza – conclude Rino – è che questi delinquenti abbiano il cuore di lasciare il nostro Itan senza fargli del male e che qualcuno lo trovi e ce lo restituisca. E’ buonissimo, pertanto chiunque lo avvistasse non deve avere paura ad avvicinarlo».