Claudio Gorrieri capolista di Azione: "Freddezza dal Pd, ha pesato l’età. Persi quei valori cari a mio padre"

L’assenza tra i Dem del figlio di Ermanno ha fatto scalpore: quel cognome non scalda più i cuori della sinistra "Ricambio generazionale preferito all’esperienza. E dagli anni ’90 sempre meno attenzione alle disuguaglianze".

Claudio Gorrieri assieme a suo padre Ermanno in una foto storica

Claudio Gorrieri assieme a suo padre Ermanno in una foto storica

Modena, 25 aprile 2024 – Tra le sorprese di questa campagna elettorale la mancata candidatura da parte del Partito democratico di Claudio Gorrieri, figlio di Ermanno, sindacalista, partigiano, politico, uno dei padri del welfare modenese e nazionale: basti pensare all’assegno universale per i figli minori da lui concepito nel 2000 e divenuto realtà 21 anni dopo. Correrà nella lista di Azione.

Sindacalista Cisl dopo il liceo Tassoni, Claudio Gorrieri negli anni ’80 è stato direttore del Personale alla Rossi Motoriduttori, per poi successivamente iniziare l’attività di consulenza: cliente principale la Tetra Pak. Professore incaricato alla Facoltà di Economia, negli anni 2000 ha collaborato con la Ferrari per 15 anni, mentre per 8 anni è stato nel Cda di Atcm. Ora è in pensione.

Come mai ha scelto di candidarsi?

"Non ho mai pensato di impegnarmi direttamente in politica, ma nei mesi scorsi avevo pensato che nel prossimo Consiglio comunale avrei potuto occuparmi di tematiche sociali, con attenzione all’impatto delle scelte politiche del Comune su chi vive in condizioni di disagio, e di trasporto pubblico".

Non è però nella lista del Pd.

"Parlando con Muzzarelli a dicembre gli avevo confidato la volontà di candidarmi. Ho seguito poi con un certo sconforto nei mesi successivi la vicenda dell’indicazione del candidato sindaco da parte del Pd, sia per gli esiti e anche perché nella discussione era emerso il criterio del ’ricambio generazionale’ per cui oltre una certa soglia, al di là delle esperienze e delle competenze, l’età anagrafica fosse un ’disvalore’".

Si parlava però solo del candidato sindaco.

"Sì, ma sospettavo che potesse anche riguardare i candidati consiglieri, tanto più per me che di anni ne ho 70. Quindi avevo sospeso l’idea".

Fino a quando il partito non è confluito su Massimo Mezzetti.

"Conoscendolo da molto tempo e per la stima che ho nei suoi confronti ho recuperato la voglia di impegnarmi".

Lo ha fatto presente al partito?

"Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli aveva già parlato con la segretaria Federica Venturelli sulla mia disponibilità a candidarmi con il Pd a cui non sono iscritto, ma lo ero stato dal 2007 al 2010. Ho parlato con lei, che inizialmente ha dimostrato interesse".

Poi cosa è successo?

"Quando poi l’ho ricontattata dopo 20 giorni, siamo attorno al 10 aprile, la sua risposta è stata interlocutoria, dicendo che nessuna decisione era stata ancora presa. Non volevo certezze, ma almeno una qualche dimostrazione di interesse, che invece non ho percepito".

Ha avverto freddezza.

"Ho capito che avevo poche possibilità, dato che non essendo iscritto al Pd non partecipavo direttamente alle scelte, non rappresentavo alcun equilibrio di rapporti interni del partito. Anche l’età e il non essere donna, non giocavano a mio favore".

E alla fine correrà con Azione come capolista...

"Avevo già considerato come possibile scelta di candidarmi nella lista di Azione, a cui aderiscono i repubblicani e l’associazione socialisti liberali, pur dando precedenza al Pd. Un colloquio con Matteo Richetti mi ha dato la possibilità di essere nella lista di Azione, pur non essendo iscritto. Naturalmente adesso il mio impegno è sostenere Massimo Mezzetti".

Il portato simbolico del nome Gorrieri, quella certa idea di società sostenuta da suo padre, sembra non fare più breccia nel cuore dell’attuale Pd modenese.

"Purtroppo il tema non riguarda il Pd modenese, ma l’intera sinistra nel nostro Paese: mio padre, ed altri, dicevano che la sinistra si differenzia per i valori dell’uguaglianza e della solidarietà. Oggi le politiche di contrasto alle disuguaglianze, a cui ha dedicato tutti gli ultimi trent’anni della sua vita, riassunti nel libro ’Parti uguali fra disuguali’, non sembrano essere temi prioritari della sinistra che, a partire della fine degli anni ’90, ha sposato la deriva liberistica".