Carpi, Via delle Perle a un passo dal fallimento

Nei guai i 35 addetti, "senza paga e ammortizzatori"

L’azienda Via delle Perle: nel 2013 fatturava ben 40 milioni di euro

L’azienda Via delle Perle: nel 2013 fatturava ben 40 milioni di euro

Carpi (Modena), 14 ottobre 2017 - Per anni è  stata una delle realtà più importanti e brillanti di Carpi, capace di passare dai 9 milioni di euro di fatturato del 2000 fino ai quasi 40 milioni di euro nel 2013, quando è stata acquisita dal fondo straniero di Argos Soditic. Ora per Via delle Perle pare aprirsi la via del tramonto. Evidentemente le voci, circolate a luglio scorso, di un possibile acquirente capace di risollevare la situazione di crisi in cui si è trovata l’azienda dal 2016, si sono rivelate infondate.

Giovedì mattina la società ha portato i libri in tribunale a Modena e depositato istanza di fallimento. Una decisione pesante che giunge a conclusione di una serie di vicissitudini.

A febbraio scorso Via delle Perle, che attualmente conta 35 dipendenti, ha presentato la richiesta di concordato continuativo, accolta dal Tribunale di Modena che ha fissato al 22 maggio la data di presentazione del piano per la ristrutturazione del debito e il progetto di rilancio della società. Termine poi prorogato, su richiesta dell’azienda, al 21 luglio.

Il 2 ottobre, peraltro, la società ha deciso di ritirare la domanda di concordato, presumibilmente per la elevata probabilità che non venisse approvato da alcuni creditori importanti. Da allora fino a giovedì l’azienda ha varato varie soluzioni per evitare la procedura di fallimento, ma senza successo: per evitare di aggravare ulteriormente il dissesto finanziario è stata infatti depositata la relativa istanza.

Ora non resta che aspettare la nomina del curatore da parte del giudice e vedere cosa deciderà: se chiedere un esercizio provvisorio dell’attività, sospensione a zero ore per valutare la situazione, o ‘chiudere’ tutto. Ieri mattina i sindacati hanno incontrato l’Rsu e l’amministratore delegato Giancarlo Errico in azienda: «Abbiamo chiesto di anticipare ai lavoratori le competenze maturate fino ad oggi – spiega Lisa Vincenzi, sindacalista Filctem Cgil – e il mezzo stipendio congelato a febbraio, ma la proprietà ha respinto la richiesta per mancanza di capitale finanziario e perché l’istanza di fallimento è già stata depositata. I lavoratori ora si trovano a casa, senza stipendio, ma al tempo stesso senza essere licenziati, quindi senza la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali».

«Ci troviamo di fronte ad una situazione molto confusa – prosegue Roberto Giardiello, sindacalista Femca Cisl –: l’azienda chiede ai dipendenti la continuità lavorativa. I lavoratori si dicono disposti ad andare incontro alla proprietà ma di essere pagati per il loro lavoro. Richiesta negata. Il nostro auspicio è che questa importante realtà imprenditoriale possa continuare per tutelare il posto di 35 persone. Il percorso con cui si è arrivati a questa condizione lascia molto perplessi: difficile spiegare come un’azienda così solida, con un bel prodotto, molto nota e con alle spalle un fondo che in teoria avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi di liquidità, sia passata in neanche due anni dall’essere una azienda leader del mercato ad una situazione fallimentare».