Rapina con machete, due arresti e legami con la mafia cinese

I carabinieri hanno individuato la banda responsabile dell’assalto avvenuto nel giugno del 2013 in un laboratorio tessile di San Giacomo Roncole

L’indagine  è stata condotta dai carabinieri

L’indagine è stata condotta dai carabinieri

Modena, 24 giugno – I carabinieri di Carpi hanno dato esecuzione a ordinanze di custodia cautelare nei confronti di due cittadini cinesi legati alla banda che rapinò i dipendenti di un laboratorio tessile di San Giacomo Roncole a Mirandola, nel giugno del 2013 (cinque quelle emesse dalla procura di Modena, tre persone sono ricercate con lo stesso obiettivo). Il gruppo di malviventi portò via dal laboratorio tessile (dopo essere piombato all’interno con pistole e machete, ed aver imbavagliato gli operai) gioielli, pc, 14mila euro e 20mila ien cinesi. Poi a Castelmassa, in provincia di Rovigo, i cinque furono costretti alla fuga a piedi nei campi, dopo l’intervento dei carabinieri che recuperarono l’intero bottino all’interno dell’auto utilizzata. Dalle impronte trovate sul mezzo, i carabinieri carpigiani del capitano Alessandro Iacovelli, coordinati dal pm Maria Angela Sighicelli, hanno cominciato ad indagare all’interno della criminalità cinese, un lavoro che ha condotto a Prato. Così, e anche grazie al dna, i militari sono giunti al gruppo dei cinque asiatici, tutti, appunto, di Prato. Fondamentale anche la testimonianza di un ostaggio della rapina, che pochi giorni prima aveva avuto un incontro casuale a Quistello, nel Mantovano, con uno dei cinque rapinatori. Tutti e cinque i destinatari delle misure hanno precedenti ‘importanti’, omicidio compreso, e legami con la mafia cinese. Mentre due misure sono appunto state eseguite a Prato (rapina aggravata e porto abusivo d’armi) gli altri tre sono ricercati all’estero.