Senad Seferovic condannato a 4 anni e 4 mesi

Al centro del caso Ius Soli nel 2012, colpevole di ‘attentato alla sicurezza dei trasporti’

Il 28enne Senad Seferovic

Il 28enne Senad Seferovic

Modena, 22 febbraio 2017 - Senad Seferovic, uno dei ‘fratelli Ius Soli’, è stato condannato ieri mattina a quattro anni e quattro mesi di carcere, in abbreviato, per un lungo elenco di accuse, tra le quali anche ‘l’attentato alla sicurezza dei trasporti’ (articolo 432 del codice penale). La sentenza riguarda i fatti accaduti a metà dello scorso novembre, a Verona, quando sulla autostrada A4, Seferovic, 28enne di origini nomadi (nella foto è a sinistra accanto al fratello Andrea), residente e da tempo al centro di altre vicende di cronaca accadute nella nostra città, è stato tra i protagonisti di una folle fuga ( ben otto chilometri contromano), culminata con l’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco da parte dei militari dell’Arma. Nel corso di quella notte, Seferovic si trovava a bordo di una Citroen Xsara, insieme ad altri tre giovani che sono riusciti a dileguarsi, scappando nei campi a piedi, e rispetto ai quali il 28enne non ha mai fornito informazioni: «Li conoscevo appena e non so bene chi fossero». L’auto in questione, inseguita dalla gazzella dei carabinieri, è entrata in autostrada a Sommacampagna, poi, all’altezza dello svincolo ha imboccato la corsia di uscita verso Venezia, ma ha puntato in direzione Milano. L’inseguimento è arrivato ai titoli di coda quando i militari hanno deciso di esplodere alcuni colpi, riuscendo a forare le gomme dell’auto all’interno della quale c’era anche Seferovic. Il 28enne è stato l’unico, dei quattro, a finire con le manette ai polsi. Quando si è trovato di fronte ai carabinieri ha reagito con violenza, colpendoli con calci e pugni. Molto probabilmente, è emerso nel corso delle udienze, lo ha fatto anche per permettere ai complici di allontanarsi e sfuggire alle manette. Lui, invece, è finito dritto in carcere. Ieri, come detto a Verona, Seferovic ha ricevuto la condanna a 4 anni e 4 mesi, con lo sconto della pena trattandosi di un abbreviato. A nulla è valsa la tesi del suo avvocato Luca Lugari: non essendo certo che Seferovic fosse alla guida avrebbe avuto solo un 25% delle responsabilità, essendo i soggetti quattro. Tanto meno il racconto fornito dal giovane davanti al giudice: «Alla guida c’era uno che si chiama Maurizio ma non so il cognome. Io ero seduto dietro e quando ho visto che accelerava gli ho detto più volte di fermarsi. Quando l’auto è stata bloccata ho visto che scappavano tutti e sono sceso anch’io perchè avevo paura». Nel 2012 Senad Seferovic, insieme al fratello Andrea, è stato al centro di un acceso contro politico, nel pieno del dibattito sulla legittimità o meno dello Ius Soli (l’acquisizione della cittadinanza per nascita che oggi in Italia viene concessa solo in casi particolari). Entrambi i fratelli erano stati liberati dal Centro di identificazione ed espulsione di viale La Marmora da una sentenza del giudice di pace Gian Domenico Cavazzuti, poiché assente la prova certa della loro origine, mentre il centro destra chiedeva l’espulsione per la loro pericolosità sociale. Cecile Kyenge (futuro ministro all’Integrazione), che nel 2012 era consigliere provinciale del Pd, definì la sentenza del giudice di pace una decisione storica.