Vasco Rossi: "La beneficenza si fa stando zitti, per questo dissi di no a Pavarotti"

Il cantante: «Duetti o terzetti? Vanno bene all’asilo»

Vasco  Rossi

Vasco Rossi

Modena, 25 aprile 2018 - «Ecco perché ho sempre detto ‘no’ a Pavarotti». Se qualcuno si è sempre chiesto come mai Vasco Rossi non abbia mai partecipato agli ormai storici ‘Pavarotti & Friends’, evento musicale di portata internazionale che in un certo senso avveniva proprio a due passi da casa sua, può trovare risposta sul numero di Vanity Fair che esce oggi in edicola, dove il rocker di Zocca compare in copertina e dove, soprattutto, si racconta dalla ‘a’ alla ‘z’. Dichiarazioni, come spesso accade non banali quando a parlare è proprio il Blasco, che trattano anche dell’incontro tra, appunto, beneficenza e musica: «Non sono tipo da duetti e terzetti. Ho sempre avuto la sensazione che quelli che – dice il cantante – si mettono insieme è perché non sanno bene che cosa fare. Cantare una canzone metà io e metà te va bene per i bambini dell’asilo: ci mettiamo il grembiulino, ci teniamo per mano e cantiamo la canzoncina. A volte, ti dicono: ‘Ma è per beneficenza’. Ma, secondo me, la beneficenza è una di quelle cose che fai aprendo il portafoglio e magari stai anche zitto, sennò non si capisce dove finisce il vantaggio per chi la fa e dove comincia la beneficenza».

Rimini, Vasco Rossi sceglie il porto per le prove

Il passaggio successivo delle parole di Vasco Rossi tratta proprio dei ‘Pavarotti & Friends’, che, come noto, univano proprio le capacità dei più grandi artisti al mondo ad uno scopo benefico: «Per questo – aggiunge il Blasco continuando il suo discorso sulla beneficenza – al povero Pavarotti ho sempre detto di no. Per lo stesso motivo non sono neppure mai andato a giocare nella nazionale cantanti. Intanto non chiamatela nazionale cantanti, ma squadra di cantanti. Perché le parole sono importanti. E, invece, la gente le usa come viene. Come quelli che dicono che democrazia è poter scrivere sui social che sei uno s... Non è così. E, poi, la tua opinione la puoi esprimere con il tuo nome e cognome, non usando un nickname».

VASCOGC_28237726_171309
VASCOGC_28237726_171309

La copertina di Vanity Fair arriva in occasione dell’imminente nuovo tour negli stadi italiani e di cui, peraltro, anticipa anche la scaletta. Concerti che, è bene sottolinearlo, rappresentano il vero nuovo capitolo dopo il successo del concerto del record che si è tenuto l’estate scorsa al parco Ferrari, con il quale Vasco ha voluto festeggiare i quarant’anni della sua carriera, richiamando nella nostra città la bellezza di oltre 225mila spettatori. : «Abbiamo riarrangiato alcuni pezzi vecchi, degli anni Ottanta. Modena Park – dice il Blasco sempre su Vanity Fair – è stata un po’ una seduta psicanalitica, nel senso che mi sono ritrovato a cantare canzoni che ho scritto 35, 40 anni fa e che non facevo più da un sacco di anni. Apriamo con ‘Cosa succede in città’ – spiega il rocker di Zocca in merito alla scaletta scelta per il nuovo tour –. È una canzone che ho scritto nel 1985, ma che è ancora molto attuale. Pensiamo alla situazione che stiamo vivendo proprio adesso: la confusione, per esempio, ce n’è davvero un bel po’ in giro e anche di cose che non vanno. E, poi, secondo me, si capisce subito che ci parliamo chiaro. Ci sono almeno un paio di canzoni che non facevo da un pezzo», si legge nell’anteprima delle dichiarazioni che oggi si possono trovare in edicola nella loro versione integrale.

BEATRICEANTOLINI_29837846_101654
BEATRICEANTOLINI_29837846_101654