Lorella Cuccarini: "Felice di aiutare la Casa di Fausta"

La show-girl sabato sarà al Policlinico

Lorella Cuccarini (Foto Olycom)

Lorella Cuccarini (Foto Olycom)

Modena, 27 marzo 2015 - «E’ una grande gioia essere con voi a Modena per festeggiare l’avvio dei lavori della Casa di Fausta. E non vedo l’ora di poter tornare anche quando potremo inaugurarla». Lorella Cuccarini ci regala l’entusiasmo e la simpatia per cui – non a caso – è sempre la più amata dagli italiani. Domattina alle 10.30 sarà al Policlinico, madrina della posa della prima pietra della struttura, voluta dall’Aseop (Associazione di sostegno all’oncoematologia pediatrica), che accoglierà i bimbi che devono rimanere a Modena per lunghe cure, insieme ai loro familiari. Dodici appartamenti offriranno ai piccoli ospiti un ambiente familiare, anche con spazi di ricreazione, per farli sentire un po’ meno lontani da casa. La cerimonia, nell’area di via Campi, vedrà la presenza di varie autorità, con i familiari della professoressa Fausta Massolo, fra i pionieri dell’oncoematologia pediatrica, a cui la casa è dedicata. Lorella Cuccarini interverrà come ‘anima’ e testimonial di «Trenta ore per la vita», che da vent’anni ormai appoggia iniziative di solidarietà in tutta Italia. La Casa di Fausta, realizzata in bioedilizia, dovrebbe essere pronta attorno a Natale.

Lorella, perché avete deciso di sostenere questa iniziativa?

«Lo scorso anno ‘Trenta ore’ ha iniziato un rapporto con la Fiagop, la Federazione delle associazioni di genitori di bimbi con malattie oncoematologiche: il progetto modenese è stato fra i primi a essere accolto. Erio Bagni, il presidente di Aseop, sta facendo un lavoro straordinario: tutti vogliamo che Modena abbia questa casa al più presto».

Come si coniuga l’attività artistica e l’impegno sociale?

«Io l’ho sempre sentito come un’esigenza, un modo per restituire un po’ della fortuna e dei doni che credo di aver ricevuto. Da ‘Trenta ore’ ho avuto tanto in termini di energia, di conoscenze, di rapporti umani che si sono creati, soprattutto con gente silenziosa e operosa di cui non si parla mai. E’ sicuramente un impegno che migliora anche la mia vita».

Ci sono incontri che l’hanno particolarmente colpita?

«Ho sempre avvertito in maniera profonda il rapporto con i genitori dei bimbi. Sono mamma, e mi calo in pieno nei loro sentimenti: ho visto la disperazione, il disagio, le difficoltà, ma anche la forza che si sprigiona da questi genitori che, anche nei momenti più duri, riescono a creare realtà incredibili. Molte di queste associazioni nascono appunto da padri e madri che hanno perso figli e hanno trasformato il loro dolore in un aiuto agli altri. E’ un’Italia che poco si racconta ma che invece, secondo me, ci rappresenta di più».

Come possiamo aiutare ‘Trenta ore per la vita’?

«E’ possibile partecipare tutto l’anno: sul sito www.trentaore.org ci sono i riferimenti. Il momento clou sarà la settimana dal 13 al 19 aprile: parleremo di questi progetti in vari programmi Rai dove io stessa sarò ospite. Dal 13 aprile sarà attivo anche un numero di telefono solidale, il 45594, per donare tramite sms o da telefono fisso».

Parliamo anche dei suoi impegni artistici...

«Quest’anno sono tornata in teatro con ‘Rapunzel’, il musical tratto dalla fiaba cartoon: due mesi di repliche a Roma. Per la prima volta interpreto un personaggio cattivo, che tuttavia alla fine si riscatta e si trasforma quasi in un’eroina: non avrei accettato un ruolo malvagio tout court. Per le feste saremo a Milano, poi in tournée: speriamo di venire anche in Emilia».

Nostalgia per la tv?

«Ho soprattutto nostalgia della ‘buona tv’. Non amo apparire a tutti i costi, e mi piace fare tv solo quando ci sono bei progetti. Adesso vivo questo momento di teatro meraviglioso, e se arriverà della buonissima tv, perché no? Sono sempre pronta».