Marco Ligabue: «Ecco il mio bicchiere mezzo pieno»

Il cantautore domani al Grandemilia col nuovo album, ‘Luci’: «Racconto le cose belle che ci capitano ogni giorno»

Marco Ligabue

Marco Ligabue

Modena, 22 giugno 2015 - Nove nuove canzoni per mostrare al mondo il ‘bicchiere mezzo pieno’ e per comunicare le emozioni, quelle vere, quelle che la vita ci dona ogni giorno. E’ quanto racchiude il nuovo album di Marco Ligabue ‘Luci’, la cui presentazione è in programma domani alle 17.30 al Grandemilia, dove il cantautore di Correggio suonerà in acustico alcuni brani, per poi mettersi a ‘disposizione’ dei fans.

Un disco che rappresenta un po’ un viaggio dentro te stesso?

«E’ così, è un disco di nuove canzoni, realizzato insieme a Corrado Rustici, curatore artistico, in cui proseguo nel mio racconto di ‘bicchiere mezzo pieno’, per raccontare le cose belle che ci capitano ogni giorno».

Di cosa narrano le tue canzoni?

«Beh innanzitutto le ho scritte quasi tutte in Sardegna, davanti al mare, dove vivo un reale distacco dal mondo e trovo maggiore ispirazione. Ognuna rappresenta una piccola ‘luce’, ovvero affronto in ogni testo una tematica importante. Da qui il nome dell’album».

Ad esempio quali sono le tematiche analizzate?

La prima canzone, ‘Eri li come ogni giorno’ nasce dalla riflessione sui tanti luoghi del mondo che ho visitato e sul fatto che sono comunque profondamente legato alle mie radici, alla mia terra e alle persone a cui voglio bene. In sostanza è una ‘luce’ sulle radici».

E gli altri?

«Nel secondo, ‘Non è mai tardi’, racconto l’Italia bella, spiegando che il nostro paese non è soltanto ‘mafia capitale’. ‘Ti porterò lontano’ l’ho scritta perché mi piace sognare in grande e per spronare i giovani, malgrado la crisi, a continuare a farlo. ‘Quando tornerai’, invece, è basata su una ‘cavolata’ commessa da un mio caro amico quando è stato lasciato da una ragazza, mentre ‘Il silenzio è dolo’, canzone a cui sono molto legato, rappresenta la lotta alla mafia. Il video è stato trasmesso viralmente proprio per sensibilizzare sul tema ed è basato sulla storia di un giovane giornalista che ha avuto il coraggio di denunciare e si è messo in gioco. Ho dato luce a chi ha saputo riscattarsi da una storia delicata».

Poi c’è l’equilibrista.

«Si, è un brano realizzato con Paolo Belli e Beppe Carletti ed è dedicato alla tenacità e alla nostra voglia di andare avanti, sempre. E’ una caratteristica che mi sento addosso; noi emiliani siamo terra di talenti e tanti ce l’hanno fatta perché hanno saputo stringere i denti. Per quanto riguarda ‘Hey’, invece, terza collaborazione del disco con Antonella Lo Coco, è un dialogo profondo di quello che si dice oggi; mi sono soffermato a pensare al fatto che non comunichiamo più perché le nostre conversazioni sono sempre più veloci, silenziose. Volevo andare oltre il ‘come stai’. Poi c’è ‘Fare il nostro tempo’, brano con una grande energia live dove dico che non c’è tempo da perdere, il nostro tempo è adesso. Siamo qui per scrivere ogni frammento della nostra vita. Infine chiudo il disco con ‘Un altro amore che va’, canzone in cui sottolineo l’importanza del confrontarsi col proprio destino. Puoi crederci o no, ma col destino devi sempre farci i conti».

Nel futuro prossimo cosa c’è per Marco?

«In programma ho una quindicina di presentazioni dell’album in diverse città d’Italia, il primo dei quali appunto a Modena poi ai Petali, Reggio Emilia. Nel frattempo sto ultimando il calendario estivo, con una serie di concerti e feste in piazza».

Tu da sempre ti mostri sensibile anche ai temi legati alla solidarietà.

«E’ così, sul cd sono citate le tredici associazioni, tra cui Buona Nascita Onlus, di Carpi, con le quali sono riuscito a realizzare importanti progetti benefici nel corso degli ultimi due anni. Ho intrapreso un profondo percorso umano sfruttando la musica come mezzo di comunicazione. Ad esempio con Buona Nascita abbiamo fatto un video e raccolti oltre cinquemila euro per i bimbi del Benin. Poi sono riuscito a far avere la scorta ad un testimone di giustizia. E’ qualcosa che sento dentro e che continuerò a portare avanti».